L’Uomo nell’Ombra (2010)

Aggiornato il Aprile 15, 2010 da Il Guru dei Film

L'uomo nell'ombra

Un thriller di classe per il ritorno alla regia di Roman Polanski travolto in tempi recenti da guai giudiziari che lo costringono agli arresti domiciliari.

 

 Un giovane scrittore viene ingaggiato per completare la biografia dell’ex primo ministro britannico, sembra l’occasione della vita e il compenso è profumato, il lavoro dovrà essere svolto nella residenza americana del famoso personaggio, presso un’isola al largo della est coast. Giunto sul luogo il "ghost writer", lo scrittore ombra, intuisce che la morte del suo predecessore non è stata incidentale come viene spacciata, qualcosa di misterioso si annida nella lussuosa casa e lui c’è dentro fino al collo.

Dopo l’ultima ondata di pellicole in 3D ed effetti sempre più speciali è quasi doveroso ritornare con i piedi per terra e respirare un pò di sano "vecchio" cinema, "L’uomo nell’Ombra" di Polanski sembra fare al caso con le sue inquadrature fisse ma ricercate e una linearità dello svolgimento privo del montaggio sincopato che negli ultimi tempi è ormai usato in maniera terroristica (qualcuno si é ripreso dall’ orgia del decerebrato "Gamer"?). Il nome di Hitchcock ricorre come un mantra in tutte le recensioni dedicate all’ultima fatica del regista di "Rosemary’s Baby" (1968), inguaiato non poco in questi mesi per uno scandalo sessuale avvenuto negli anni 70, certo l’"intrigo internazionale" è dietro l’angolo ma se proprio bisogna trovare un punto di contatto è l’essenzialità delle inquadrature, sempre pertinenti e mai prolungate un secondo di troppo come soli i grandi sanno fare.

"L’uomo nell’ombra" è un adattamento del romanzo "The Ghostwriter" scritto da Robert Harris, l’autore ha contribuito in fase di sceneggiatura con lo stesso Polanski, una vicenda che si inserisce nel contesto politico degli ultimi anni con fare diretto, tutti o quasi infatti hanno visto nella figura dell’ex primo ministro britannico Adam Lang, interpretato da Pierce Brosnan (l’ex James Bond), la contro-parte fittizia di Tony Blair. La finzione sembra mischiarsi con la realtà intorno a pratiche illegali sul trattamento adottato verso alcuni terroristi di Al Qaida, una situazione di tensione che rimane comunque sullo sfondo per addentrarsi nei dubbi sempre più pressanti del vero protagonista, il "ghost writer" di Ewan McGregor ("Obiwan Kenobi nella nuova trilogia di "Guerre Stellari"), al centro di un quadro misterioso congeniale a Polanski che sembra tessere una ragnatela come ai tempi de "L’Inquilino del Terzo Piano" (1975).

La pellicola forse riserba poche sorprese, anche se il finale è per certi versi inatteso, non è del resto stupire la prerogativa principale, il piacere della visione si infonde invece con una serie di dialoghi taglienti e sarcastici resi bene da un doppiaggio all’altezza, il colloquio a inizio film per la scelta del nuovo biografo di Adam lang è uno di questi momenti e qui c’è un’apparizione lampo di un calvo e grasso James Belushi che si fatica a riconoscere. Più avanti si può dire lo stesso del mitico Eli Wallach (il "brutto" de "Il Buono, il Brutto e il Cattivo", 1966) ormai piegato dal peso degli anni: é il vecchietto a cui Ewan McGregor chiede informazioni sotto una veranda.