Aggiornato il Maggio 15, 2015 da Il Guru dei Film
Quasi 40 anni dopo il primo film, George Miller torna a ridefinire l’estetica post apocalittica di Mad Max in un film ad altissimo tasso di adrenalina. Con Tom Hardy e Charlize Theron.
Mad Max – Fury Road è un clamoroso ritorno. 40 anni fa George Miller con questa saga, il personaggio di Mel Gibson definì un’estetica, disegnò un immaginario che ben rifletteva le inquietudini degli anni ’70 e che, complice la musica, penetrò a fondo nella cultura popolare.
Con il reboot presentato a Cannes, il regista australiano mette a segno un piccolo capolavoro, aggiornando in modo perfetto la saga di Mad Max.
Mad Max – Fury Road è una scarica di adrenalina esattamente come lo erano i suoi predecessori all’epoca: ora tutto è più veloce, intenso, violento, frenetico, spettacolare. Nel post apocalisse del 21mo secolo ci si uccide per l’acqua e la benzina, i veicoli sono macchine infernali, i personaggi sporchi e deformi come metafore viventi di una società che annaspa nella crisi.
Il Mad Max di Tom Hardy è se possibile ancora più ruvido e potente di quello di Mel Gibson, l’eroe solitario che non fa sconti e prigionieri lungo la sua frenesia esistenziale ma non per questo è incapace di provare sentimenti.
L’Intuizione di Miller in Mad Max Fury Road
L’intuizione di Miller è spostare il baricentro narrativo verso il femminile, assegnando all’imperatrice Furiosa dell’abbagliante Charlize Theron il ruolo della protagonista, quasi a sottolineare l’evoluzione moderna della donna verso l’affrancamento da una posizione di subalternità.
Così come quando arrivò per la prima volta nei cinema, Mad Max aderisce con naturalezza a un’estetica rock, anzi ne ridefinisce i contorni dimostrando come le risorse della tecnologia e l’adrenalina dell’action possono anche non essere fini a se stesse.
Paolo Biamonte
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