Aggiornato il Maggio 28, 2014 da Il Guru dei Film
Angelina Jolie è la protagonista di questo live action ispirato alla Bella Addormentata nel Bosco che stravolge la natura del personaggio principale. Con Sharito Copley, Elle Fanning, Imelda Staunton, Juno Temple e Lesley Manville.
Maleficent è una delle più celebri icone cattive della storia della cultura pop, la strega che lancia la maledizione che colpirà la bella addormentata nel bosco.
55 anni dopo il classico animato, la Disney lancia la produzione di un live action in 3D che ricostruisce la storia sotto un punto di vista diverso e che finisce per confondere le acque.
Maleficent è una donna tradita, cui hanno spezzato il cuore, che lancia la sua maledizione ma finisce per proteggere la sua vittima.
Tutto è spiegato all’inizio: Malefica è una strega buona, che protegge dagli umani il suo mondo incantato, chiamato Brughiera. Le cose cambiano a causa di un incontro fatale proprio con umano: i due prima sono amici, poi si amano. Fino a che lui, per diventare re, la tradisce e le taglia le ali.
Malefica allora lancerà la sua maledizione su Aurora, la figlia di lei: al compimento dei 16 anni, sarà colpita da un sonno perenne.
Da qui parte il film che segna il debutto alla regia di Robert Stromberg, scenografo premio Oscar per Avatar.
In realtà l’idea di fare di una delle malvage più celebri della storia una donna ferita e con il cuore in pezzi è solo uno spunto, perché qui è proprio lei, schiacciata dai sensi di colpa, a proteggere Aurora per tutto il film.
Il nucleo centrale di tutto è Angelina Jolie, strepitosa nel suo costume, scelta ideale per il suo magnetismo, anche se il personaggio, per la sua natura fondamentalmente buona, ha perso parte del suo fascino.
Il problema è che tutti gli altri personaggi sono tratteggiati con superficialità: le tre fatine (Imelda Staunton, Juno Temple e Lesley Manville) perdono di senso dal momento che il loro compito, cioé vigilare sulla principessa, lo svolge quella che dovrebbe essere la Cattiva.
La principessa Aurora-Elle Fanning è inutilmente felice, il vero cattivo di turno, il re-Sharito Copley è unidimensionale, il Principe somiglia involontariamente a quello di Shrek.
Se come narratore Stromberg denuncia i suoi limiti, fa emergere il suo talento nella composizione delle scene, nell’uso del 3D e della computer grafica, nell’utilizzo degli ormai inevitabili elementi fantasy.
Sarà il box office a dare la risposta definitiva alla domanda se davvero valeva la pena di stravolgere la natura di un personaggio straordinario.
Paolo Biamonte
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