Aggiornato il Giugno 21, 2012 da Il Guru dei Film
Il terzo capitolo della saga degli agenti speciali in missione contro gli alieni.
L’agente speciale J deve tornare indietro nel tempo e sventare il piano del criminale alieno Boris l’animale, quest’ultimo si è catapultato nel passato per modificare gli eventi futuri e uccidere, nel 1969, l’agente K, l’uomo che l’aveva confinato in una prigione intergalattica. J riesce a compiere il viaggio nel passato e a incontrare il suo collega K, giovane e già dal carattere burbero, insieme si lanciano in una difficile missione che comprende anche il salvataggio della Terra da un’invasione aliena.
Dieci anni dopo il deludente “Men in Black 2” ritorna la simpatica coppia degli agenti speciali vestiti di nero K(appa) e J, un lasso di tempo considerevole che ha giovato alla pianificazione di un terzo capitolo in grande stile e con una storia intrigante basata sugli sbalzi temporali. Con qualche ruga in più Tommy Lee Jones e Will Smith riprendono i personaggi di K e J con consumata ironia e presenza scenica, il successo della serie verte tutto sulla coppia formata dai due caratteri e fisici opposti, senza contare la differenza di età che li separa, in pratica una miscela che permette continui confronti e gag a ripetizioni che lasciano intravedere un rapporto forte e duraturo. “Men in Black 3” in fondo parla proprio del feeling indissolubile tra K e J, nei precedenti capitolo lasciato sullo sfondo, un salto nel passato a curiosare sugli avvenimenti che hanno portato alla nascita del loro sodalizio, il ricorso al viaggio nel tempo maschera il fatto che la pellicola può essere considerata come il vero prequel della saga.
Non è importante ricordarsi le precedenti avventure, anche se certi elementi vengono dati per scontati e non è difficile intuirli anche per i meno attenti: sulla Terra confusi agli uomini si nascondono decine di specie aliene, per mantenere il controllo su questi ospiti speciali vi è un’organizzazione segreta di “Men in Black”. Lo spirito ironico è sempre ben presente, unito a sequenze d’azione spettacolari che in questo capitolo non sono numerose come si potrebbe sospettare, ma quelle che si vedono son ben fatte e accompagnate da un reparto di effetti speciali di alto livello. Il prologo è davvero molto carino e insolito, ambientato su una prigione lunare, gestita da terrestri, la donna avvenente inguainata di latex nero ricorda la dominatrix del capitolo precedente, questi primi minuti servono per la presentazione del villain di turno, molto originale, definito Boris l’animale, un mutante alieno che convive con un ragno-mostro rintanato nel palmo di una mano, caratteristica del personaggio oltre agli occhi coperti da enormi lenti nere è la tremenda risata gutturale.
A interpretare Boris l’animale è Jemaine Clemente, irriconoscibile per il pesante make up, ma la sorpresa del cast spetta di diritto a Josh Brolin (“Non è un paese per vecchi”) che interpreta con grande efficacia la controparte 29enne dell’agente K nel 1969, Brolin ricorda per davvero Tommy Lee Jones da giovane, un’ottima prova che espande ulteriormente il personaggio e regala nuovi spunti divertenti nell’incontro con l’agente di Will Smith proveniente dal futuro. Il 1969 del film è ambientato in primo luogo a New York e in seguito a Cape Canaveral, il teatro di uno scoppiettante finale sulla rampa di lancio della missione Apollo 11 in partenza per l’allunaggio, grande la sequenza del salto nella dimensione spazio-temporale a precipizio di un grattacielo, con un montaggio frenetico che attraversa schegge del passato americano ricreato da un vortice di effetti speciali.
Tra le divertenti sotto-trame vi sono il ventilato rapporto d’amore tra K e l’agente O, il capo dei MIB, interpretato da Emma Thompson che si concede uno dei momenti più comici nel congedo/funerale riservato al defunto agente Z, la versione giovanile di O è interpretata dalla graziosa Alice Eve, inoltre la buffa presenza di Griffin, l’alieno arcaniano di Michael Stuhlabarg, con la facoltà di prevedere gli scenari futuri , un personaggio chiave della storia al centro di sequenze affascinanti (la partita allo stadio). Il 1969 newyorchese viene evocato con la factory di Andy Warhol, Will Smith e Josh Brolin si intrufolano in una delle leggendarie feste del celebrato artista che nel film viene spacciato come una invenzione dei MIB e usato come maschera-copertura da un agente ormai sull’orlo di una crisi di nervi, stufo nel recitare la parte del genio sregolato. Gli alieni e mostriciattoli di vario tipo, supervisionati dal maestro degli FX Rick Baker, non mancano e si possono gustare in notevoli occasioni, come nella movimentata sparatoria nel ristorante cinese, ma il regista Barry Sonnenfeld oltre all’aspetto visivo risalta anche quello emozionale e verso il finale c’è tempo anche per un colpo a sorpresa che riesce quasi a fare scendere la lacrimuccia. E chi l’avrebbe mai detto?
Grande successo ai botteghini con oltre 500 milioni di dollari d’incasso.
Titolo Originale: “Men in Black 3”
Paese: U.S.A.
Rating: 7/10