Aggiornato il Ottobre 9, 2015 da Il Guru dei Film
È stato presentato a Roma il film Much Loved del regista Nabil Ayouch, che è nelle sale cinematografiche italiane dall’8 ottobre.
Il film è distribuito dalla “Cinema” di Valerio De Paolis che, dopo Taxi Teheran, porta in Italia un nuovo film che sfida le censure.
Dopo la presentazione allo scorso Festival di Cannes, alcune scene di Much Loved sono state piratate e messe online, come ci ha raccontato il regista Nabil Ayouch.
È nata una vera e propria rivolta, che ha costretto il regista e le attrici del film a vivere sotto scorta, a causa delle minacce di morte ricevute. Le autorità marocchine (senza che il film fosse sottoposto alla valutazione di una commissione) hanno deciso di vietare il film, ritenendolo offensivo nei confronti della donna e dei valori morali della società marocchina e dannoso per l’immagine del paese.
Abbiamo incontrato il regista, che ancora oggi vive sotto scorta, e gli abbiamo chiesto se si aspettava che Much Loved potesse provocare una reazione così violenta. “Mi aspettavo sicuramente un’opposizione, mi aspettavo il rifiuto di andarlo a vedere – racconta Nabil Ayouch – mi aspettavo che avrebbe acceso un dibattito vivace nel mio paese, ma non mi aspettavo sicuramente un’ondata di odio e di violenza come quella che si è manifestata. Evidentemente avevo sottostimato la conseguenza dell’aver rappresentato un’incarnazione di una sessualità indipendente, rivendicativa e combattente. Questo è ancora un tabù molto forte”.
Much Loved: intervista a Nabil Ayouch
Non è certo il primo film in Marocco che tratta di prostituzione o che mostra delle scene di nudo, né è la prima volta che Ayouch affronta temi delicati nei suoi film, “in Ali Zaoua parlando dei ragazzi di strada, l’ho fatto con I cavalli di Dio parlando delle forme di radicalismo della gente delle bidonville che può di fatto portare alla scelta del fondamentalismo. Ma nessuno dei miei due film precedenti aveva mai suscitato una reazione di questo tipo”.
Much Loved nasce dall’interesse che Nabil Ayouch ha per questo tema così particolare e così vero: “È una realtà che mi interessa da molto tempo – dice il regista – perché queste donne che scelgono la prostituzione hanno un ruolo importante nella società marocchina, in particolare nei rapporti che hanno nei confronti della famiglia e degli uomini, avendo acquisito una forma di potere particolare in questa società che rimane patriarcale”.
Nell’arco di un anno e mezzo Nabil ha incontrato circa 200, 300 prostitute che gli hanno raccontato le loro verità. La cosa che lo ha colpito di più è stata la loro mancanza di amore: “Provvedono al sostentamento di intere famiglie eppure hanno sempre la sensazione di non fare abbastanza per poter meritare di essere amate. Poiché tutto quello che ricevono in cambio è un giudizio, una condanna, se va bene disprezzo”.