Aggiornato il Gennaio 14, 2010 da Il Guru dei Film
Arriva al cinema il sequel apocrifo di "Ong Bak" voluto, diretto e interpretato dalla star thailandese delle arti marziali: l’esplosivo Tony Jaa!
Fine del XV sec. territori dell’attuale Thailandia, era Ayutthaya, un colpo di stato messo in atto da militari ribelli costringe Tien a separarsi dai genitori che vengono uccisi a tradimento, il ragazzo finisce nelle mani dei venditori di schiavi ma viene liberato grazie l’intervento di una banda di predoni. Tien decide di apprendere, sotto l’ala protettrice del capo dei banditi, le arti marziali più letali e cresce sino a divenire un formidabile guerriero, il desiderio di vendetta rinchiuso nell’anima per anni è ora pronto a scatenarsi.
Sono bastati solo pochi film, il primo "Ong Bak" (2003) e "The Protector" (2005), a consacrare Tony Jaa nuovo idolo delle arti marziali, l’attore 33enne thailandese è un vero prodigio della natura che ha segnato il cinema action degli ultimi tempi e conquistato un enorme credito verso gli appassionati di tutto il mondo. Conscio delle sue potenzialità l’attore ha deciso di fare le cose in grande e di produrre, scrivere e interpretare il sequel "Ong Bak 2", un film che ha ben poco da spartire con l’originale visto che la storia è ambientata diversi secoli addietro, ai tempi dell’impero del Siam. Ad affiancarlo alla regia figura comunque uno degli artefici del suo successo, l’esperto Panna Rittikrai, l’action-director di "Ong Bak" e regista affermato (il divertente "Born to fight" ha fatto il giro del mondo) nonché coreografo dei più vitali martial-art movies thailandesi della new-generation ("Chocolate", "Dynamite Warrior", ecc.)
"Ong Bak 2" è un film con fantastici scontri marziali, sbilanciato in maniera parossistica verso l’azione a discapito di storia e personaggi in quella che risulta, ancora una volta, una tendenza che affligge la maggior parte delle opere thailandesi: il primo "Ong Bak" in fondo era un film mediocre con ottimi combattimenti. Quello che salva, in parte, "Ong Bak 2" è l’ambientazione storica prossima al fantasy, una delirante galleria di personaggi dai costumi bizzari dal gusto ultra-esotico, immersa in scenari naturali rigogliosi e selvaggi di sicura presa. Il paragone può risultare forzato ma Tony Jaa compie quello che Jimmy Wang Yu fece negli anni 70 con i due film della serie di "The One Armed Boxer", anche in questo caso il sequel é ambientato, senza spiegazioni, nel passato e lo stesso si può dire per l’introduzione di combattenti-freaks (tra gli altri un santone gigante cieco, una donna-vampira, energumeni tatuatissimi, ecc.) specializzati nelle più disparate discipline. Per rimanere a riferimenti recenti si riscontrano similitudini con "Ninja Assassin" per il look arruffato dei capelli lunghi di Rain, riproposti anche da Tony Jaa, la differenza non di poco conto é che Rain si é improvvisato artista marziale mentre Tony è un vero maestro, anche la trama fondata sulla vendetta e l’utilizzo dei flash-back con la presenza incombente di una guida severa risultano altri punti di contatto.
Una delle particolarità di Tony Jaa è quella di eseguire gli stunts senza contro-figure, nel corso della pellicola vi sono almeno un paio di suggestive sequenze, sul dorso di elefanti e in volo da un’altezza considerevole, riprese al ralenty per dimostrare la pericolosità delle situazioni, dopo una breve parte iniziale incentrata sui traumi infantili di Tien, dove non viene risparmiata una folle lotta contro un coccodrillo, ritroviamo l’eroe divenuto uomo ormai nel pieno delle facoltà di combattimento che non tarda a impiegare. "Ong Bak 2" è un film ambizioso che può essere visto come un crogiolo di culture (marziali) che unisce numerose discipline di combattimento e armi, la boxe thailandese e le sotto specialità come il Krabi Krabong la fanno ancora da padrone ma anche il kung fu cinese viene rivisitato dallo stesso Tony Jaa con esiti potenti, in una sequenza si può apprezzare la boxe dell’ubriaco, resa celebre al cinema da "Drunken Master" (1978) con Jackie Chan.