Aggiornato il Febbraio 9, 2018 da Il Guru dei Film
Ore 15:17 – Attacco al Treno è il nuovo film di Clint Eastwood
Una storia di persone normali che compiono gesti eccezionali. Nel cast i veri protagonisti dell’atto eroico …
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Dopo American Sniper e Sully, con Ore 15:17 – Attacco al Treno, Clint Eastwood torna a raccontare un fatto realmente accaduto. Stavolta lo fa dirigendo i veri protagonisti dell’evento, Anthony Sadler, Alek Skarlatos, membro della Guardia Nazionale dell’Oregon e Spencer Stone, membro dell’Air Force statunitense, e ispirandosi all’autobiografia The 15:17 to Paris: The True Story of a Terrorist, a Train, and Three American Heroes, scritta dai tre insieme a Jeffrey E. Stern.
La vicenda: nelle prime ore della sera del 21 agosto 2015, i media diffondono la notizia di un tentato attacco terroristico sul treno Thalys n. 9364 diretto a Parigi con 500 passeggeri a bordo, sventato da tre coraggiosi giovani americani che erano in viaggio attraverso l’Europa.
Ore 15:17 – Attacco al Treno ripercorre le vite di questi tre amici, dai problemi dell’infanzia alla ricerca del loro posto nel mondo, fino alla serie di eventi che hanno preceduto l’attacco, durante il quale la loro amicizia si rivelerà essere la loro arma più potente che ha consentito loro di salvare le vite delle centinaia di viaggiatori presenti a bordo.
L’atto eroico dei tre protagonisti purtroppo è tutto condensato negli ultimi 15 minuti, il che rende il ritmo narrativo decisamente un po’ troppo diluito. Clint Eastwood ha dichiarato di aver scelto questa storia perchè le persone “normali” che al giorno d’oggi sono in grado di comportarsi da eroi, lo affascinano in modo particolare. La regia risulta però decisamente meno incisiva rispetto ai suoi lavori precedenti, e noi non vogliamo in alcun modo pensare che il leggendario Clint stia perdendo il suo proverbiale smalto, ma che semplicemente stavolta si sia fatto un po’ prendere la mano dal romanticismo della storia di questi tre ragazzoni americani.
In ogni caso Ore 15:17 Attacco al Treno lancia un potente messaggio contro la cosiddetta “sindrome del passante”: quando ci si trova a assistere a qualcosa di brutto, non ci si può semplicemente voltare dall’altra parte. E questi ragazzi per fortuna non lo hanno fatto.