Aggiornato il Marzo 22, 2018 da Il Guru dei Film
Stasera alle 20:30 sarò seduto in sala, ad attendere la fine degli ultimi trailer per vedere finalmente Pacific Rim – La Rivolta.
Perché non vedo l’ora? Mi aspetto ovviamente che la maggior parte di voi risponda “e chissenfrega!” 🙂 Con tutti gli altri (temo pochi) invece, vorrei condividere le ragioni del mio entusiasmo …
Guarda subito il trailer di Pacific Rim – La Rivolta
Partiamo ovviamente dal primo Pacific Rim, che considero un film di tutto rispetto.
Forse anche voi, come me, siete cresciuti guardando Goldrake, il Grande Mazinga, Mazinga Z, Daitarn 3, Voltron, Dio Elettrico Arbegas e tutta la serie dei mecha anime che tra gli anni ’70 e ’80 ha inondato i nostri canali TV: tra tutti, a parte lo stupore infantile di fronte a Goldrake (che in Italia è stato il primo ad arrivare, anche se non era il primo del genere in Giappone), quello che mi ha folgorato a suo tempo fu il mobile suit Gundam. Ve lo ricordate? Un mecha con l’ambizione di essere credibile, una macchina sostanzialmente priva di una sua autonomia, un evoluto accessorio da combattimento non generato da trasformazioni quasi magiche o dall’unione inverosimile di componenti indipendenti. Quasi quasi l’evoluzione di un carrello elevatore, oggetto di servizio che ritroviamo in Aliens (Alien 2) e anche in dotazione ai perfidi militari di Avatar.
Ecco, Gundam era quasi a portata di mano. Potevamo pensare che, prima o poi, sarebbe esistito realmente, con le sue difficoltà di utilizzo, il problema delle istruzioni, il pilota inesperto, tutti elementi che davano concretezza al sogno di ragazzino.
Questo è il substrato da quale nasce Pacific Rim. E qui entra in gioco il secondo aspetto importante: l’intervento di Guillermo Del Toro.
Il punto è: se un formica guarda un uomo, penserà che si stia muovendo al rallentatore; se noi guardiamo uno scoiattolo muoversi, ci sembra un essere frenetico che si agita come un fast forward di un DVD. Questo è l’effetto delle dimensioni.
Ora, un mega robot, ai nostri occhi di piccoli umani, non può muoversi velocissimo: per rispetto delle sue dimensioni, ci deve essere una lentezza dei movimenti che contribuisce a rendere credibile la scena.
Questo per esempio non succede nella serie dei Transformers: nonostante Michael Bay – grande professionista della regia – i movimenti di Autobot e Decepticon sono velocissimi, rendendo così le rapidissime scene di combattimento del tutto incomprensibili.
Invece i Jaeger e i Kaiju si muovono in modo maestoso, più lento rispetto alla metrica temporale di noi piccoli umani. E così nessun dettaglio è confuso, nessun particolare va perso, ogni momento è ricolmo di pathos.
Se a questo aggiungiamo che la trama – ovviamente l’ennesima declinazione della storia dell’eroe – è sviluppata senza incertezze, la realizzazione è impeccabile, i personaggi hanno tutti spessore, la colonna sonora è perfetta, otteniamo un paio d’ore di puro intrattenimento. Certo, vi deve piacere il genere altrimenti – per quanto ben fatto – sarà solo una noiosa perdita di tempo.
A questo punto, direi che ho spiegato le mie ragioni: non resta che vedere Pacific Rim – La Rivolta, certo con una punta di timore (non sarebbe la prima volta che il sequel è deludente) ma pieno di speranza e di ottimismo.
Prenota il tuo biglietto per Pacific Rim – La Rivolta
Domani completerò questo post con una testimonianza concreta. Ce la fate ad aspettare fino a domani?
Aggiornamento del 26 Marzo
—– attenzione: spoiler! —–
Allora: week end impegnativo, per questo ho tardato a scrivere il commento post-film. Perdono.
In ogni caso: Pacific Rim – La Rivolta è assolutamente degno di essere visto 🙂
Pro: mantiene lo stile e il ritmo del precedente; sono stati molto bravi a confezionare una trama originale (cosa non semplice, trattandosi di un sequel) senza scadere nella banalità; hanno aggiunto un elemento spy-story al soggetto, rendendolo così fresco e interessante; buono il filo conduttore con il precedente, basato non solo su Kaiju/Jaeger ma sull’esperienza personale del figlio del Ranger Pentecost; il ribaltamento di ruoli – da cattivo a buono e viceversa – di due personaggi chiave aggiunge dinamica e sorpresa alla narrazione.
Contro: manca completamente una storia d’amore, e questo toglie spessore a qualsiasi storia action; John Boyega è un po’ un torsolo, come attore, e anche il bel figliolo di Clint Eastwood non brilla per capacità espressiva, quindi i due personaggi principali sono un po’ spenti (parere personale, per carità ….); infine, si sente la mancanza di Guillermo Del Toro, che è un gran regista.
Complessivamente è un film che si fa vedere, diciamo le tipiche due ore di intrattenimento/action/un po’ di fiato sospeso. Senza pretendere di essere un capolavoro. Scampato il rischio della bufala (rischio insito in ogni sequel), nonostante l’assenza di attori importanti e una regia meno “nobile” del precedente, il film è comunque gradevole e interessante. Non sono rimasto deluso, anzi alla fine mi è piaciuto.
Spero di non essere l’unico 🙂
Anzi, vedo che lo Sciamano gli da’ addirittura 8
Alessandro Bottai