Aggiornato il Luglio 14, 2011 da Il Guru dei Film
Il remake di un piccolo classico e un cast anni 80 per il regista Alexandre Aja.
Una piccola cittadina nei pressi del lago Vittoria (Arizona) è presa d'assalto da orde di ragazzi intenti a festeggiare a base di musica e sesso lo spring break. Una scossa tellurica intanto apre nei fondali del lago una fenditura da cui fuoriesce una progenie preistorica di pesci piranha, è l'inizio di una carneficina ai danni di decine di bagnanti. Lo sceriffo Julie Forester tenta di fronteggiare la situazione ma dovrà anche occuparsi dei figli dispersi nelle acque.
Alexandre Aja al terzo remake consecutivo arriva con il fiato corto, al regista sembra importare poco la qualità dei progetti in cui si imbarca. Il film riprende solo a grandi linee il piccolo cult di Joe Dante del 1978, che al confronto appare serioso e sentito, per una festa di sangue continua situata al grado zero intellettivo, per certi versi "Piranha 3-D" è più vicino nello spirito al "Piranha 2 The Spawning" diretto da un acerbo James Cameron nei primi anni 80. E proprio il decennio in questione, in cui Aja cominciava da bambino a vedere i primi amati film horror, a ricoprire un ruolo fondamentale per l'ennesimo omaggio non richiesto a certi film pieni di sangue e nudi gratuiti. All'alba del 2010 sarebbe il caso di elaborare con inventiva clichès già di per sè non eccelsi per levatura e profondità, invece Aja vuole solo e unicamente mostrare sangue e tette e dare strizzate d'occhio allo spettatore per invitarlo al divertimento. Peccato che dopo 10 minuti di ragazzine urlanti discinte e imbecilli mezzi ubriachi impalati a fare gli stessi due movimenti imposti dalla produzione , bisogna anche dare atto che fare i figuranti nei film non è sempre uno spasso, si capisce che la prosecuzione sarà tutta uguale con l'aggiunta di secchiate di sangue a seconda dei casi.
Nell'operazione si fanno coinvolgere vecchie glorie come Richard Dreyfuss che, nel prologo, viene risucchiato da un vortice acquatico prodotto con una delle peggiori computer grafiche viste ultimamente, e dire che il film non è costato nemmeno poco (25 milioni di $), scontato il rimando a "Lo Squalo" per l'attore restituito dalla canzoncina che intona a bordo di una barchetta. Anche Christopher Lloyd ("Ritorno al futuro") , nel solito ruolo dello studioso pazzoide, si lascia coinvolgere in una partecipazione, inutile per quanto è breve e stereotipata. La quasi 50enne Elisabeth Shue è un altro volto legato agli anni 80, qui si ritrova tra i protagonisti nel ruolo di uno sceriffo locale e mamma di tre bambocci, il più grande di questi è il solito adolescente mezzo sfigato che ama la brava ragazza del paese che però finge di non essere interessata, insomma la sagra del luogo comune al completo. Il ragazzetto è interpretato da Steve McQueen, il nipote omonimo del famoso attore, il quale finisce per divenire la guida di un regista porno(?) che è un'altra vecchia conoscenza, Jerry O'Connell ("Stand by me", "Il mio amico Ultraman") in cerca di nuove locations per le sue due attricette, notare che una situazione simile compare nel primo "Hatchet" (2006).