Aggiornato il Luglio 7, 2015 da Il Guru dei Film
Il remake del classico horror del 1982.
Una famiglia si trasferisce in una casa di un sobborgo cittadino della provincia americana, un posto dignitoso per ricominciare una nuova vita …
I nuovi arrivati ignorano che la costruzione sorge su un antico cimitero mentre strani fenomeni cominciano a verificarsi, a farne le spese i figli più piccoli, in particolare forze sconosciute prendono di mira la graziosa Maddy…..
Altro remake non richiesto arrivato al cinema ma, passati i canonici 30 anni dal film originale, ci può anche stare, un’opera che non aggiunge niente e si accontenta di un semplice aggiornamento per il pubblico attuale, più giovane e che in gran parte ignora il piccolo classico di Hooper prodotto da Spielberg che i retroscena descrivono come il vero regista di Poltergeist (1982), ma questa è un’altra storia. Una produzione della Ghost House di Sam Raimi che non ha mai dato vere soddisfazioni al genere horror, a causa di una brama mai nascosta di fare grossi incassi, Poltergeist versione 2015 segue la linea e sfrutta il trend di successo dei titoli rivali prodotti da James Blum (Sinister, Insidious, ecc.), tutti basati su storie con nuclei famigliari in pericolo. Si potrebbe anche dire il contrario, ovvero che tutti si basano sulle situazioni, divenute veri topos dell’horror, di Poltergeist.
Resta il fatto che il nuovo Poltergeist sembra Dark Skies (2013) senza gli alieni, sostituiti da forze spiritiche maligne, a rafforzare l’idea anche alcuni particolari di sceneggiatura, come la difficoltà economica dei protagonisti racchiusa nella disoccupazione del capofamiglia, in questo caso interpretato dal bravo Sam Rockwell. L’attore al primo horror in carriera supera l’imbarazzo (?) e si concede un film “alimentare”, la sua partner è l’attrice Rosmarie DeWitt che merita la segnalazione per stare dalle parti di Hollywood con un naso imperfetto, cosa che non le impedisce di essere una bella donna e la madre convincente di tre figli minorenni. Il cast pare azzeccato, bene anche le giovani vittime: la piccola Maddy di Kennedi Clements nel ruolo che fu di Heather O’Rourke ripercorre l’avvicinamento con le inquietanti presenze della casa che la imprigionano nello schermo (piatto e a 60 pollici stavolta) della tv, per la scena più famosa del film originale.
Altre sequenze memorabili sono riproposte con una certa efficacia, nonostante siano risapute e abusate, si rivedono in successione: l’animazione improvvisa di inquietanti bambolotti clown, scena semplice senza particolari effetti speciali che funziona sempre, il sinistro albero del giardino trasformato in un mostro primordiale che affonda i suoi rami-artigli nei corridoi della casa in un notevole piano-sequenza. In seguito si vede anche la scena del trapano, quasi alla Lucio Fulci, sadica e divertente. La prima ora di “Poltergeist” (2015) è quasi piacevole, scontata ma fila via tranquilla, poi arriva tutto il lungo finale con il medium di turno, per stare al passo coi tempi si tratta di un ghost-hunter da reality-show, il caricaturale Carrigan Burke di Jared Harris, che riporta a scenari più ordinari e contaminati da un’eccessiva computer grafica.
E’ il finale a fare perdere diversi punti alla pellicola, trasformata in una baracconata che cancella l’inquietudine costruita con difficoltà in precedenza, si aprono baratri sull’aldilà che annoiano più che spaventare e, al contrario del similare e più cupo “Dark Skies”, non può fare a meno di essere consolatorio, addirittura con un’ironia strisciante fuori luogo. Gli incassi sono discreti, intorno agli 80 milioni di $, ma la stessa Ghost House puntava a molto di più. Film horror per famiglie, con un target privilegiato verso gli under 16, criticarlo diventa facile ma anche inutile, Sam Raimi e la sua Ghost House hanno sempre prodotto film innocui per ragazzini, questa è l’amara verità.
Tit. originale: Poltergeist
Paese: USA
Rating: 6/10