Aggiornato il Giugno 23, 2011 da Il Guru dei Film
"Priest" era già pronto da un anno ma ha subito la conversione in 3D, altra scelta che si è rivelata inutile per attirare qualche spettatore in più, gli effetti stereoscopici risultano comunque buoni, agevolati da inquadrature in campi lunghi che ritraggono scenografie post-apocalittiche sterminate e variegate di deserti, città abbandonate, insediamenti tecnologici opprimenti e altre complesse ambientazioni che rientrano nei pregi della pellicola. Il lavoro di sceneggiatura invece appare derivativo e semplificato a discapito dei personaggi che non sfigurano per presenza scenica, il più penalizzato è il prete di Paul Bettany che vaga con una croce tatuata in mezzo alla fronte, un eroe che non emoziona, privo di un adeguato senso drammatico come imporrebbe la ricerca di una giovane innocente. I dialoghi non vengono in soccorso, forse anche per colpa del doppiaggio, imbarazzante lo scambio di battute tra Bettany e la bella Maggie Q, una sacerdote-guerriera, quest'ultima si fa perdonare per il sex appeal e le scene movimentate in cui compare.
Le scene d'azione risollevano le sorti di "Priest", ben fatte, con efficaci effetti speciali uniti a discrete coreografie ispirate al cinema di Hong Kong, da vedere la fantasiosa rincorsa di Bettany sopra due pietre lanciate in volo per balzare contro un avversario. Il caratteristico decor western del fumetto si mischia con la tecnologia del futuro, gli scenari cambiano spesso e si passa da una città in pieno stile "Blade Runner", pare che alcuni set siano gli stessi utilizzati tempo addietro per il film di Scott, a un paese di frontiera da vecchio west, con l'apparizione di un imbonitore disgustoso interpretato da Brad Dourif. I giurati nemici dell'uomo sono i vampiri qui raffigurati come esseri mostruosi, quasi informi, accecati dalla luce da cui rifuggono dentro enormi "alveari" esplorati da vertiginose riprese in 3d a precipizio nel buio e atmosfere tombali. I vampiri possono contare anche sui "famigli", uomini trasformati in vampiri, che sono immuni alla luce solare, il più forte e temibile di questa nuova razza è il Black Hat di Karl Urban, forse l'unico personaggio più fedele al fumetto, munito di un cappello con la tesa scheggiata in onore di Ivan Isaacs, buona prova quella di Urban, a proprio agio nel ruolo del leader cattivo e dalla forza sovrumana.
Se il prologo a fumetti, incentrato sullo scontro secolare tra uomini e vampiri, si lascia apprezzare, il finale appare frettoloso e privo di sorprese, anzi, si paventa l'arrivo (improbabile) di un sequel che in fin dei conti non dispiacerebbe affatto, se non altro per sfruttare le potenzialità inespresse. Lungo tutta la vicenda risalta un aspetto già intuito in "Legion", un volgersi timido ma non troppo a riferimenti religiosi espliciti, a un certo punto Bettany estrae un crocifisso-pugnale, il film ripete inoltre come un mantra "andare contro la Chiesa significa andare contro Dio", salvo poi fare capire che si può andare contro la Chiesa ma non contro Dio, insomma Stewart non si preoccupa di passare per un neo-con(servatore)-hi-tech. Si poteva fare di più.
Titolo Originale: "Priest"
Paese: U.S.A.
Rating: 6/10