Puppet Master: Il burattinaio (1989) di D. Schmoeller

Aggiornato il Ottobre 1, 2008 da Il Guru dei Film

Film: Puppet MasterTit.originale: Puppet Master
Paese: U.S.A.

Piccolo horror rimasto nel cuore dei fan per i suoi pupazzi animati assassini.

1939, un vecchio alchimista di nome André Toulon scopre una formula per animare i pupazzi ma pur di non cedere l’invenzione ai nazisti che lo braccano si toglie la vita. Mezzo secolo più tardi un equipe di persone dotate di facoltà paranormali è sulle tracce del misterioso segreto, tramandato sin dagli antichi egizi: il gruppo si incontra nell’albergo dove Toulon si tolse la vita poco prima di occultare i piccoli fantocci dagli istinti omicidi.

Charles Band è uno dei produttori b-horror più prolifici di tutti i tempi, con un curriculum che vanta più di 200 pellicole prodotte in un arco di circa 30 anni, un nome spesso associato alla sue creature più famose: le case di produzione Empire (“Re-animator”) e Full Moon Pictures, nata negli anni 80 e rinominata Shadow Entertainment intorno all’inizio del nuovo millennio.

“Puppet Master” è stato probabilmente il titolo di punta della Full Moon, in grado di generare ben 8 seguiti (l’ultimo “Puppet Master Vs. Demonic Toys”, un film-tv, è del 2004), conquistando un consistente numero di ammiratori nel corso degli anni. Il genere trattato è uno dei più frequentati e cari all’interno del cinema horror: quello delle bambole assassine.

Il film di David Schmoeller ha un budget irrisorio che sfrutta praticamente un’unica location: un vecchio albergo della California in cui vivono rintanate da decenni le diaboliche bambole. La prima parte di “Puppet Master” è invero abbastanza noiosa, focalizzata sugli scialbi protagonisti poi, finalmente, quando entrano in azione le creature assassine inizia qualche sequenza divertente, con spruzzate di sangue e violenza. In un breve cameo, la ragazza che si fa predire il futuro, è riconoscibile la bella Barbara Crampton (“Re Animator”, “From Beyond”).

I pupazzi sono il vero fulcro d’interesse, in particolare compaiono: Jester, con la faccia ghignante scomponibile, lo scheletrico nero-vestito armato di coltello Blade (probabilmente il più ricordato del lotto), la bambola giapponese Leech Woman che vomita sanguisughe (vedere per credere) , il buffo Pinhead con la testa rimpicciolita ma dalle mani giganti e, infine, Tunneler accessoriato di una testa a trivella che utilizza in dolorose perforazioni ai danni degli umani. I movimenti delle bambole sono rudimentali ma ugualmente efficaci e godibili, nonostante il più delle volte si utilizzi la vecchia tecnica della stop-motion.

Il film è attraversato da una discreta carica ironica, che dona al film un ritmo da black-comedy piena di humor (il cadavere del ricercatore spostato in varie occasioni, il finale con il cagnetto), rendendo leggera e scorrevole la visione. Non è certo un’opera fondamentale ma a distanza di (ormai)decenni é ancora ricordata con affetto da molti.

Rating: 6/10