Aggiornato il Maggio 4, 2007 da Il Guru dei Film
La nouvelle vague tedesca è la grande novità del cinema contemporaneo. Dopo l'esordio folgorante di Florian Henckel von Donnersmarck che a 37 anni, con Le vite degli altri, ha vinto l'Oscar per il miglior film straniero e incassato benissimo in tutto il mondo, arriva Quattro minuti di Chris Kraus che di nuovo mette in scena il rapporto tra sentimenti umani e istituzioni repressive dando voce all'inquietudine della Germania del dopo Muro.
E' la Germania la più bella novità del nuovo cinema d'autore di queste ultime stagioni. In uno dei Paesi fondamentali per il mito del cinema, dopo quella dei Weenders e dei Fassbinder, sembra fiorita una nouvelle vague di quasi quarantenni capace di conciliare qualità e incassi e di rappresentare un'alternativa al Sundance o al cinema asiatico per chi ama un'idea di cinema diversa da Hollywood.
Con Le vite degli altri Florian Henckel von Donnersmarck (che firma anche la sceneggiatura) ha realizzato un esordio folgorante. A 37 anni alla sua opera prima non solo ha vinto l'Oscar per il miglior film straniero ma ha conquistato critica e pubblico di mezzo mondo con un lacerante quanto originale, e documentatissimo, affresco della Germania dell' Est ai tempi bui della Ddr e della Stasi.
Mentre Le vite degli altri è ancora nei cinema, arriva in sala Quattro minuti di Chris Kraus, figura carismatica del nuovo cinema tedesco.
La trama è figlia di una splendida intuizione narrativa. Il film è la storia di Traude Krüger (Monica Bleibtreu),un' ottantenne ex concertista che dal 1944 insegna il pianoforte alle detenute del carcere femminile di Luckau. Qui conosce Jenny Von Loeben (Hannah Herzsprung), considerata una detenuta ad alto rischio perché da adolescente ha ucciso un uomo infierendo sul suo cadavere. Si scopre così che Jenny era una bambino prodigio del pianoforte e che si esibiva nelle sale da concerto. Poi era stata violentata dal suo padre adottivo e la sua vita aveva sbandato. Tagliati i ponti con la famiglia, era diventata una vagabonda fino alla condanna e al carcere. In realtà anche nel passato dell'apparentemente algida Traude c'è un evento traumatico, sepolto sotto anni di rimozioni: l'amore per una detenuta finito drammaticamente di fronte al quale, per pura convenienza, aveva fatto prevalera la ragione di fronte al sentimento. L'inizio del rapporto riflette la distanza tra i mondi delle due donne. Temperamento esplosivo e votato all'autodistruzione, Jenny ama l'hip hop e detesta Mozart e Shubert. Traude Kruger odia l'hip hop e tenta in tutti i modi di insegnare i suoi amati Mozart e Shubert alla ragazza. Dopo l'inizio tempestoso, il rapporto evolve in un legame affettivo fondato sulla comune passione per il piano e la musica e su un passato doloroso. Traude riesce a convincere il direttore a iscrivere Jenny a un importante concorso per giovani talenti. La ragazza arriva alla finale dove, nel cilmax emotivo del film, interpreterà alla sua imprevedibile maniera i suoi quattro minuti.
Quattro minuti è un film originale e intenso che, come Le vite degli altri, usa le relazioni umane le vicende private per raccontare temi collettivi, il rapporto con le istituziuoni, la famiglia e il carcere e tra le generazioni, tra chi ha trascorso la vita nella Germania del Muro e chi è cresciuto dopo il crollo, in un Paese per tanti anni diviso e dove i fantasmi da rimuovere sono un dramma davvero collettivo.
Monica Bleibtreu-Traude Kruger e Hannah Herzsprung-Jenny Von Loeben sono due attrici bravissime, perfette nelle rispettive parti. Per prepararsi al ruolo di Jenny la Herzsprung ha preso lezioni di piano per sei mesi.