Aggiornato il Dicembre 29, 2008 da Il Guru dei Film
Nel quartiere giapponese di Los Angeles, Little Tokyo, è in atto un’escalation di violenza per mano della [[Yakuza]] che vuole imporre il proprio dominio. La coppia di detective formata da Chris Kenner ([[Dolph Lundgren]]) e Johnny Murata ([[Brandon Lee]]) tenta di inserirsi nel tessuto criminale per giungere alla cattura del boss Yoshida che, nel frattempo, ha messo in piedi con grossi spargimenti di sangue una copertura commerciale per smerciare la droga.
Prima di sparare a zero su questa pellicola, pratica comune in voga un pò ovunque, è doveroso guardare la data di uscita di "[[Resa dei conti a Little Tokyo]]" (1991) ed entrare nella prospettiva delle produzioni di serie-b più genuine, solo in questo caso si può dare merito al film di [[Mark L. Lester]] di essere uno dei primi action americani a strizzare l’occhio, in tempi non sospetti, all’emergente cinema di Hong Kong con un approccio giocoso e leggero.
Il regista Mark L. Lester ha almeno un paio di film importanti alle spalle che, a loro modo, hanno segnato gli anni 80: il violento e sorprendente "[[Classe 1984]]" (1982) e il monumentale b-movie con protagonista [[Arnold Swarzenneger]] "[[Commando]]" (1985). Lester in pratica è un "maestro" nel modellare gli elementi considerati più bassi del cinema, sempre tenendo ben presente in primo piano l’azione e la violenza.
"Resa dei conti a Little Tokyo", titolo evocativo come la splendida locandina, tenta il pericoloso connubbio tra brutalità e ironia che è inoltre riproposto nei caratteri dei due protagonisti: il gigantesco e cupo Kenner (Lundgren) accecato dalla vendetta nei confronti del boss Yoshida e lo scanzonato Murata (Lee) invece sempre pronto alla battuta. Nella sua brevissima durata (meno di 80 minuti!) la pellicola si presenta come un concentrato di azione non stop a base di sparatorie e scazzottate furibonde ricche di colpi di arti marziali, ovviamente i nostri eroi non subiscono un graffio mentre fanno fuori decine di avversari.
Dolph Lundgren si muove con la leggiadria di un bisonte ma è un tipo davvero simpatico e può contare ancora su un nutrito stuolo di fans a distanza di decenni dalla sua celebre apparizione in "[[Rocky IV]]" (1985), si segnala per una scorribanda dentro una villa in cui elimina nove avversari, alcuni presi di peso con la forza bruta attraverso porte che i muscoli del biondo attore di origine svedese frantuma in un secondo. Brandon Lee è l’anima frivola della pellicola, ai tempi era solo il figlio di Bruce Lee a tre anni dalla consacrazione de "[[Il corvo]]" (1994) pagata con il funesto incidente mortale, un giovane dal bel volto fresco e con un fisico scattante anche se non si può fare a meno di segnalare che l’attore è controfigurato nei combattimenti più pirotecnici.
Ricco di nudi femminili, che hanno il clou nelle ragazze usate come "arredamento" in un sushi-bar, e di dettagli sanguinolenti (teste e dita mozzate, ferite da arma bianca, ecc.) "Resa dei conti a Little Tokyo" sembra anticipare il fantastico "[[Crying Freeman]]" (1995) nei titoli di testa e nella figura di Brandon Lee che ricorda fisicamente e nel portamento elegante il Marc Dacascos del film di Christophe Gans ("[[Silent Hill]]"). Il boss Yoshida è interpretato da [[Cary-Hiroyuki Tagawa]], uno dei volti da cattivo più utilizzati da Hollwood per i personaggi dalla fisionomia orientale ("[[Sol Levante]]", "[[Mortal Kombat]]", ecc.) mentra la bellona che cade nelle braccia di Kenner è l’esotica [[Tia Carrere]] ("[[True Lies]]").
Il film popolato di brutti ceffi con i corpi ricoperti di tatuaggi (disegnati da un giovane Patrick Tatopoulos, "[[Underworld Rise of The Lycans]]"), molto colorato come le scenografie al neon di Little Tokyo, ha la sua conclusione in un duello a colpi di spada nel bel mezzo di una strada tra Kenner, vestito con un improbabile kimono e bandana, e Yoshida per la fatidica resa dei conti.
Titolo Originale: Showdown in Little Tokyo
Paese: USA
Rating: 6/10