Aggiornato il Dicembre 28, 2015 da Il Guru dei Film
Richard Gere torna sul grande schermo con Franny e lo fa interpretando ancora una volta un personaggio che in qualche modo è ai margini della società.
Dopo Time out of mind in cui interpreta un homeless, Gere questa volta è Franny un filantropo che si immischia nella vita di una coppia fresca di matrimonio, nel disperato tentativo di rivivere il proprio passato ed espiare le proprie colpe.
Richard Gere è Franny
Nella conferenza stampa di presentazione di Franny, è stato chiesto a Gere perché scelga ruoli così profondi e duri in questo momento della sua carriera. “Perché più è difficile e più divertente! – ha detto Richard Gere – Non ho mai incontrato persone facili; le persone sono complesse e la vita è ricca di difficoltà.”
Sia Franny che Time out of mind, sono film a basso budget e girati in pochi giorni. “Franny è stato girato in un mese, Time out of mind in 21 giorni. Devi essere preparato, organizzato; amo i film veloci in cui devi prendere decisioni radicali immediate. – ha raccontato Gere – In America un budget di 5-7-8 milioni di dollari, appartiene alla fascia a basto costo, ma ti consente di fare qualunque tipo di film.”
Nel film l’attore di Ufficiale e gentiluomo, Pretty woman e American Gigolò, interpreta un personaggio eclettico, dalle diverse sfaccettature.
A questo riguardo Richard Gere ha fatto notare che avrebbero potuto insistere sul tema dello stalking, sulla dipendenza dai farmaci “ma sarebbe divetato un cliché. E’ un film sfaccettato con una giusta dose di umorismo perché nella vita anche le più tragiche situazioni hanno un lato umoristico. Quindi volevamo mettere tutto in questo personaggio e non raccontare un solo aspetto.” E aggiunge “Non volevamo nemmeno identificare la sua sessualità: è gay? non lo è? nessuno lo sa. Rimane nel vago. E va bene così perché questo non è rilevante ai fini della storia e non serve che emerga. Non volevamo mettere delle etichette e inserirlo in una categoria ben precisa.”
L’attore di Hollywood non ha mai lavorato in Italia nonostante venga spesso nel Bel Paese e gli piaccia molto. Il motivo? Semplicemente perché ancora non è arrivata quella magia che si crea nell’aria e ti fa arrivare il progetto giusto “Ma sono molto aperto a lavorare qui. Ci sono tanti registi che mi piacciono e rispetto. Chissà magari farò il prossimo film di Bernardo Bertolucci, se lo farà”.
Richard Gere ha raccontato di non aver mai avuto un piano di cosa avrebbe fatto, fin dall’inizio della sua carriera. “Ho fatto scelte giuste e anche scelte sbagliate, ma sempre istintive”. Ha detto l’attore che si emoziona sempre quando arriva una sceneggiatura; a volte ne arriva una che desidera fare, altre volte “il mistero del personaggio mi fa innamorare, non c’è una spiegazione. Vuoi dare vita a quel personaggio, fare quella parte. Il 95% dei ruoli mi sono arrivati così, con sorpresa; magari guardavo in un’altra direzione e poi ecco che arriva qualcosa di inaspettato.”
Lo vedremo mai in una serie televisiva come fanno molti suoi colleghi? Sembrerebbe di no. Per il momento Gere pur riconoscendo che negli USA ci sono molti prodotti televisivi straordinari, a volte anche migliori del cinema, ammette che non vuole rinunciare all’esperienza della sala cinematografica, del grande schermo. “Anche se siamo in un momento di grande cambiamento in cui le storie di grandi personaggi saranno relegate sempre più spesso ad essere distribuite in poche sale o forse alla tv, spero che la magia del cinema rimanga.”
Prima di salutarlo, gli è stato chiesto di cosa il Daila Lama e Papa Francesco dovrebbero parlare se si incontrassero ora. “Di quello di cui parlano sempre: come curare e mantenere il pianeta, come aiutare le persone, come renderci più saggi e compassionevoli e meno violenti. Si interrogherebbero per mettere fine alla follia dilagante. Sono due persone straordinarie, sarebbe un incontro naturale anche se appartengono a due culture diverse. Insieme potrebbero fare tantissimo; sono nel momento più alto del loro potere e sono le persone più straordinarie e più alte del mondo”.