Aggiornato il Settembre 24, 2013 da Il Guru dei Film
Il terzo capitolo della saga con protagonista l’eroe dello spazio Riddick.
Essere divenuto il nuovo Lord Marshall a capo dei Necromonger non soddisfa Riddick, la sua indole guerriera e solitaria lo spinge a cercare il pianeta natio di Furya. I Necromonger lo assecondano nella ricerca e ne approfittano per tendergli una trappola, Riddick viene abbandonato ferito su un pianeta desertico e disabitato.
Dopo una difficile lotta per la sopravvivenza, Riddick si adatta al nuovo ambiente, scopre inoltre un insediamento umano, un avamposto che rivela la sua posizione a persone interessate a fargli la pelle.
La terza avventura sulle gesta di Riddick è una vera anomalia, alla luce del flop incorso dal precedente “Chronicles of Riddick” del 2004, la sua realizzazione è dovuta alla tenacia del regista David Twohy, mente grigia della saga, e di Vin Diesel, attore affezionato al personaggio di Riddick, consapevole forse del fatto che si tratta del suo migliore interpretato (sinora) in carriera. Il compromesso da scontare è un ridimensionamento del budget di produzione, molto vicino al primo capitolo che sembra preso come principale riferimento, non a caso i due film tendono ad assomigliarsi molto, sia per ambientazione che per gli snodi narrativi. “Chronicles of Riddick” viene quindi messo da parte, un vero peccato, per respiro degli sviluppi e senso dello spettacolo resta il capitolo più compiuto, ma anche quello più sottovalutato e incompreso. “Riddick” pur nella sua riuscita non prevede progressi per la saga, appare come il classico sequel di raccordo, nella eventualità di un quarto capitolo che riporti Riddick verso nuovi scenari e suggestioni.
“Riddick” ha dalla sua un inizio folgorante che scava nella natura selvaggia del protagonista, in scena il solo Riddick vaga su un pianeta deserto in lotta contro gli elementi e la fauna locale composta da animali-alieni feroci, abituati alla durezza del territorio. In questi frangenti Riddick affronta violenti scontri e impara a sopravvivere con le poche risorse disponibili, sequenze per lo più prive di dialoghi spezzate dalla voce fuori campo dello stesso protagonista piene di amarezza mista ironia. Qui avviene l’incontro con un singolare compagno d’avventura, una sorta di cane extraterrestre salvato dall’eroe che lo trova appena nato, il cucciolo spaziale cresce sino a divenire un fidato segugio, la creatura è una totale riproduzione in digitale di effetti in computer grafica, gli stessi che impreziosiscono gli scenari desolati del pianeta, quasi dei quadri affascinanti del futuro. In questa prima parte si inseriscono i flebili collegamenti con il capitolo precedente che fanno intravedere il mondo Necromonger e la breve apparizione di Karl Urban (Vaako).
In seguito si decide di rientrare nei ranghi e di ripetersi, David Twohy compie la discutibile operazione di prendere di peso il primo “Pitch Black”, complice anche il fatto che sono già passati 13 anni dalla sua uscita, allestisce quindi una situazione simile di assedio ai danni di un piccolo avamposto nel deserto, anche la minaccia è ancora una volta composta da una terrificante razza aliena. L’arrivo delle piogge e dell’acqua rappresenta il messaggio di morte a sostituire l’espediente di pericolo che nel primo film era costituito dal calare delle tenebre. Riddick naturalmente si trova a suo agio in questa sfida mortale che, in questa occasione, deve condividere con un gruppo di avventurieri e mercenari giunti sul luogo per cercarlo. Vin Diesel in grande spolvero sprizza carisma e muscoli a ogni inquadratura, la speranza è quella di vederlo ancora una quarta volta nel ruolo di Riddick.
Al fianco del nerboruto attore che raccoglie più consensi altrove (la saga Fast and Fourious), si notano alcune notevoli “brutte facce”, come il gigantesco Dave Bautista (L’uomo con i pugni di ferro) e l’antipatico mercenario di Jordi Mollà (Colombiana), presenza femminile sexy ma rude per la bionda Katee Sackhoff (Battlestar Galactica), una soldatessa dello spazio che sembra attratta non poco da Riddick. Forse troppo lungo per durata, circa due ore, “Riddick” compie con diligenza il suo lavoro, di contorno la sotto-trama del padre di una delle vittime cadute nel primo episodio ma diverte a sufficienza con sequenze sospese tra il western e l’horror, non mancano episodi sanguinolenti, tanta azione e mostri riprodotti con buoni effetti speciali. La saga di Riddick non è trascendentale e fatica a trovare il consenso verso le grosse platee ma ribolle di potenza ed energia come il suo indimenticabile protagonista, la sensazione è che il film definitivo su Riddick non sia ancora stato fatto.
Titolo Originale: “Riddick”
Paese: U.S.A
Rating: 7/10