Rush

Aggiornato il Settembre 18, 2013 da Il Guru dei Film

rushArriva il film di Ron Howard che ricostruisce la straordinaria rivalità tra James Hunt e Niki Lauda, i piloti che negli anni ’70 si contendevano il mondiale di Formula 1 rappresentando due modi opposti di vivere e intendere la professione.

Con Chris Hemsworth e Daniel Bruhl, nel ruolo di Hunt e Lauda, e Pierfrancesco Favino in quello di Clay Regazzoni.

Ron Howard ha deciso di raccogliere la sfida di girare un film sulla Formula 1, che come quelli sul calcio di solito vengono male, partendo da una storia formidabile che riassume il mito delle corse in automobile e il fascino di un mondo così lontano da quello iper tecnologico di oggi.

Prima ancora che sulla Formula 1 Rush è un film sulla rivalità tra Niki Lauda e James Hunt, che a metà degli anni ’70 si sono contesi, fino ad arrivare a sfiorare la morte, i titoli mondiali. 

E la rivalità non nasceva solo dal fatto che Lauda guidava la Ferrari e Hunt la MacLaren. I due erano due universi praticamente opposti: austriaco, figlio di banchieri, Lauda era un collaudatore maniacale, un pilota estremamente razionale e un uomo non troppo attento alle pubbliche relazioni.

Hunt era inglese, viveva come una rockstar e non è mai andato d’accordo con l’ambiente delle corse. Quando si ritirò nel 1979, tre anni dopo aver vinto il titolo mondiale, disse: “Lascio perché nella Formula 1 l’uomo non conta più”.

 

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Lauda ha fatto da consulente per il film e oggi lavora per la scuderia Lotus. Hunt è morto di infarto a soli 45 anni. 

Eppure tra i due esisteva un legame forte, nato ai tempi dei loro esordi in Formula 3.

Per capire quanta epica ci sia in questa storia basta pensare al 1976 quando Lauda, che stava dominando il Mondiale, ebbe un terribile incidente nel Gran Premio di Germania. La sua Ferrari si incendiò (allora il fuoco era uno dei pericoli maggiori per i piloti) e lui si salvò solo grazie all’intervento di altri piloti.

In sua assenza Hunt recuperò il distacco. Lauda, che rimase sfigurato, tornò in pista 42 giorni dopo l’incidente ma all’ultimo Gran Premio, in Giappone, sotto un diluvio spaventoso, si ritirò al secondo giro lasciando al rivale il titolo mondiale.

Ron Howard ha raccontato tutto questo, parlando con i testimoni, utilizzando la computer graphic per la scene che avrebbero messo in pericolo la vita degli interpreti e chiamando a scrivere la sceneggiatura un maestro nel racconto della personalità umana come Peter Morgan, che proprio per Howard ha scritto la sceneggiatura di Frost/Nixon.

Va detto anche che il casting è perfetto: Chris Hemsworth (James Hunt) e il tedesco Daniel Bruhl (Niki Lauda) hanno compiuto un importante lavoro di immedesimazione e si sono messi al servizio di un film dall’atmosfera vintage che più della febbre da motori racconta il mito e la sfida tra due uomini che nel rivale vedevano il mezzo per sfidare i propri limiti.

Nel cast, oltre a Olivia Wilde, c’è Pierfrancesco Favino (che con Howard aveva già lavorato in Angeli e Demoni) nel ruolo di Clay Regazzoni, l’indimenticato baffuto compagno di scuderia di Lauda.

Paolo Biamonte

 

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