Sherlock Holmes – Ben tornato Guy Ritchie

Aggiornato il Dicembre 24, 2009 da Il Guru dei Film

Film: Sherlock Holmes

Il regista di Snatch torna al livello del suo talento riproponendo uno dei più celebri investigatori della storia in una chiave action. Robert Downey Jr e Jude Law sono Holmes e il dottor Watson.

La buona notizia che viene da Sherlock Holmes è che Guy Ritchie è tornato a girare un film all’altezza del suo talento. Prendendosi anche dei rischi perché, in un’ottica chiaramente rivolta al mercato americano, ha dato connotati da action hero al geniale investigatore di Baker Street 221B, uno dei personaggi più celebri della letteratura inglese e padre dell’indagine deduttiva, immergendo negli effetti speciali le sue avventure, nella Londra di fine ‘800 . A ben guardare si tratta di un’accentuazione di alcune delle caratteristiche che Conan Doyle aveva dato a Holmes, che è un abile boxeur, un ottimo spadaccino e con "il mento prominente e squadrato tipico dell’uomo d’azione".

Come si sa, Sherlock Holmes è un consulente investigativo cui ci si rivolge per risolvere casi impossibili. Accanto a lui c’è il fido Watson, un medico (Conan Doyle era laureato in medicina) che è il suo migliore amico (abbondano le interpretazioni gay del loro rapporto), fatica un po’ a stargli dietro ed è il narratore delle avventure. Per i due personaggi principali Ritchie ha fatto una scelta di casting molto glamour scegliendo Robert Downey Jr. per il ruolo di Holmes e Jude Law per quello di Watson che, nei romanzi, nei film e nei telefilm, ha sicuramente meno fascino della star inglese. Quanto a Robert Downey è sempre stato uno dei migliori attori della sua generazione e ora che è uscito dal suo inferno privato è diventato una super star grazie ad Iron Man. I due fanno una bella coppia e conducono a meraviglia il gioco del loro rapporto diviso tra competizione e ironia.

Film: Sherlock Holmes

Di ironia in realtà, in puro stile Richie, ce n’è molta, forse troppa, perché è vero che fin dall’inizio sappiamo che Holmes risolverà il caso ma nei racconti c’è sempre un brivido di paura (addirittura nell’Ultima avventura muore dopo un duello con il professor Moriarty per poi tornare a furor di popolo qualche anno dopo) che qui non c’è.

La storia, secondo tradizione, è complicata. A causa di una serie di misteriosi omicidi rimasti senza colpevole, Scotland Yard si rivolge a Sherlock Holmes che scopre i misfatti di una setta, dedita, per non farsi mancare niente, a sacrifici umani, guidata dal malvagio Lord Blackwood che ha elaborato un piano per spargere il panico tra la popolazione e arrivare a controllare il Parlamento.

Di mezzo c’è pure una donna, Irene Adler (Rachel McAdams) che nel film è un vecchio amore di Holmes ma nella pagina scritta è l’unico personaggio femminile verso cui l’investigatore, noto misogino, abbia provato interesse, essendo stata capace di ingannarlo. Qui a scanso di equivoci fa il doppio gioco.

La Londra di fine ‘800 ricostruita in modo perfetto è un elemento importante di un film dove Sherlock Holmes affronta su un ring un gigante francese e si muove a un ritmo frenetico imposto da Guy Ritchie che è evidentemente tornato a divertirsi facendo il suo lavoro.

Paolo Biamonte