Aggiornato il Aprile 11, 2008 da Il Guru dei Film
Dopo aver usato la musica di Jagger e Richards fin dal suo primo film, il regista premio Oscar ha ripreso un concerto della band al Beacon Theatre di New York. Tra gli ospiti Christina Aguilera, Jack White e Buddy Guy.
Peccato. Ci piacerebbe farvi sentire Take the a train, la leggendaria sigla della big band di Duke Ellington, per annunciare: Ladies and gentlemen: The Rolling Stones! Per i fan questo è un grande momento: arriva Shine a light, il film girato dal più grande regista di rock’n’roll della storia, Martin Scorsese.
Per dirla in breve: si tratta della ripresa live, fatta con 16 camere sul palco, del concerto che Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts (che non voleva farlo e ha detto di aver "odiato tutte quelle telecamere sul palco") e Ronnie "Woodie" Wood hanno tenuto al Beacon Theatre di New York sul finire del 2006. Chi ha ancora negli occhi e nel cuore quello che i quattro hanno fatto allo stadio Olimpico di Roma la scorsa estate è già in fila davanti al cinema aspettando che apra. Ancora oggi dal vivo, se sono in serata come a Roma, dove Scorsese ha finito il missaggio, non ce n’è per nessuno. Solo Bruce Springsteen e gli U2 possono dare uno show dello stesso livello.
E fin qui va tutto bene. Ma c’è una domanda a cui si deve rispondere: cosa c’è di nuovo da vedere ancora dei Rolling Stones, dei quali esiste una sterminata produzione, tra bootleg e titoli ufficiali, anche in Dvd? La risposta è: Martin Scorsese, che per i Rolling Stones ha una vera ossessione. Tanto per dire: la scena di Mean Streets, il suo primo film, in cui Robert De Niro-Johnny Boy entra nel bar, è accompagnata da Jumpin’ Jack Flash ("feci spendere 30 mila dollari alla produzione per i diritti" ha raccontato il regista), oppure Ray Liotta-Henry Hill in Quei bravi ragazzi che sniffa coca al suono di Gimme Shelter (un must dei film di Scorsese), oppure quando sbrocca, ormai strafatto, e viene seguito da un elicottero mentre la sua mente paranoica esplode tra Muddy Waters, gli Who e il suo cuore pulsa impazzito al battito demoniaco di Monkey Man e Memo from Turner. In Casino torna Gimme Shelter, c’è un po’ di Sweet Virginia, la cover di Satisfaction dei Devo, Heart of Stone che introduce la Ginger di Sharon Stone mentre Can’t You Hear me Knockin’ accompagna la conquista di Las Vegas da parte di Joe Pesci-Nicky Santoro. Gimme Shelter apre The departed, mentre Let it loose, dal capolavoro Exile on main street, scandisce l’interrogatorio di Jack Nicholson-Frank Costello nel retro di un bar al poliziotto infiltrato Leonardo DiCaprio.
Come se non bastasse, Scorsese ha raccontato che i suoi film sono girati ascoltando la musica degli Stones proprio per trovare il giusto mood.
L’incontro con la band era dunque nel suo destino di regista, che ha cominciato dirigendo la seconda unità della troupe che ha girato il film su Woodstock, il più importante festival rock della storia, ha diretto The last waltz, testimonianza per immagini del leggendario concerto d’addio della Band, ha coordinato il progetto collettivo di sei film sul blues (firmando il più bello, dal Mississippi al Mali) e ha realizzato No direction home, il monumentale e definitivo documentario su Dylan.
Jagger avrebbe voluto che il film fosse girato durante il mega concerto a Rio de Janeiro, Scorsese ha preferito l’atmosfera di un teatro perché più interessato a cogliere il legame intimo che unisce i quattro Stones. Per realizzare il film è stato allestito un cast tecnico formato da vari premi Oscar, compreso il regista.
Il risultato è esaltante, il montaggio, narrativo, alterna il concerto con immagini di repertorio, del backstage e di Scorsese stressatissimo che aspetta invano la scaletta del concerto che non arriverà mai.
A introdurre la band è Bill Clinton, che poi sarà seguito mentre porta la matrigna a conoscere la band nei camerini. Gli ospiti sono Buddy Guy, leggendaria chitarra blues che in Champagne & Reefer fa venire giù il teatro in una performance talmente incendiaria da aver indotto Keith Richards a regalargli una chitarra ("è difficile che qualcosa di mio esca da casa" sibila il rugoso Keith), Christina Aguilera in Live With Me e Jack White dei White Stripes in Loving Cup.
Il resto lo fanno, come sempre i Rolling Stones, e anche Scorsese non ha potuto evitare di rimanere stregato da Mick Jagger, il più affascinante stregone-performer della storia del rock. Mick ha 65 anni: da 40 è un Rolling Stone. Provate a pensare a un suo coetaneo che sia in grado di cantare e ballare un pezzo, uno solo, come fa lui che sta sul palco per più di due ore.
Per vostro piacere questa è la scaletta dei brani:
1. Jumping Jack Flash
2. She Was Hot
3. All Down the Line
4. Loving Cup (feat. Jack White III)
5. As Tears Go By
6. Some Girls
7. Just My Imagination
8. Faraway Eyes
9. Champagne & Reefer (feat. Buddy Guy)
10. Band introductions
11. You Got the Silver
12. Connection
13. Sympathy for the Devil
14. Live With Me (feat. Christina Aguilera)
15. Start Me Up
16. Brown Sugar
Come vedete non c’è Gimme Shelter. Ladies and gentlemen: THE ROLLING STONES.
Paolo Biamonte