Aggiornato il Ottobre 1, 2015 da Il Guru dei Film
Sicario: La spietata lotta ai narcotrafficanti messicani nel nuovo film di Denis Villeneuve …
- Tit. Originale: Sicario
- Paese: USA
- Rating: 9/10
Data la sua esperienza sul campo, all’agente FBI Kate Macer viene data la possibilità di collaborare con una squadra speciale creata per contrastare il narcotraffico tra Messico e Stati Uniti. La ragazza accetta la missione ma è tenuta all’oscuro dei dettagli dell’operazione dall’agente capo CIA Matt Reaver e dal misterioso Alejandro, si tratta di dare la caccia ai boss messicani più pericolosi e ricercati ma per farlo Kate scopre che viene aggirato ogni tipo di regola e protocollo….
Nel novero dei nomi da tenere d’occhio tra i registi emergenti, quello del franco-canadese Denis Villeneuve è forse il più ricorrente, al momento più nominato che conosciuto, visto che i suoi film vantano riscontri al botteghino molto modesti se raffrontati alle cifre di un comune blockbuster. Ma i film di Villeneuve non possono (al momento) essere definiti blockbuster, non fa eccezione “Sicario” che arranca negli incassi nonostante i nomi coinvolti altisonanti, non sono grosse produzioni, questo non ha però impedito il successo di critica unanime per il precedente “Prisoners” (2013), l’opera che ha fatto compiere al regista il fatidico balzo in avanti. Per “Sicario” l’attesa era dunque grande e, diciamolo subito, ripagata con un’opera ineccepibile sotto ogni aspetto, vigorosa e dura, quel tipo di film (sempre più rari) che ti fanno ancora credere che in fondo a Hollywood, quando vogliono, sanno essere i migliori.
I temi irrisolti del narcotraffico e dell’immigrazione clandestina tra Messico e Stati Uniti si intrecciano in “Sicario“, forse il primo vero film che prende una volta tanto la questione di petto e senza troppi fronzoli, una lotta combattuta nelle retrovie, non conosciuta, violenta e nascosta all’opinione pubblica. La portata di tale peso viene fatto gravare in buona parte sulle spalle dell’agente Kate Macer, interpretata da una sempre più brava Emily Blunt, una ragazza sacrificata al lavoro che combatte un crimine feroce ma che crede ancora nelle regole. La regia di Villeneuve stabilisce da subito un clima pesante e di tensione con l’iniziale irruzione di una squadra militare FBI in un casolare sospetto sul confine e il rinvenimento di decine di cadaveri sepolti nelle pareti dell’abitazione, per contrastare gente capace di arrivare a tanto servono persone altrettanto determinate, questo deve avere pensato il governo americano, in grado di introdursi anche sul suolo straniero (il Messico) per stanare e debellare i “problemi”. “Sicario” non lo dice in modo aperto ma suggerisce un’interpretazione/critica sugli interventi (e ingerenze) militari nei paesi ritenuti scomodi o “canaglia” a riflettere il caos internazionale dei nostri tempi.
Ecco dunque l’arrivo dei personaggi interpretati da Josh Brolin, il leader CIA in infradito (!), e il silente e inquietante Alejandro di Benicio Del Toro, ex pubblico ministero, quest’ultimo è l’anima nera della vicenda al punto da fare comprendere il significato dell’insolito titolo della pellicola. Mentre l’agente CIA di Brolin appare come lo yankee calcolatore e sbruffone, a suo agio nel gestire missioni segrete di rapimenti e attentati, il soldato Alejandro ne risulta il suo braccio armato consenziente ma pervaso da una follia e disperazione che viene bene trasmessa da una grande Benicio Del Toro, la stessa che prova più volte Kate, coinvolta in situazioni sempre più assurde e pericolose.
La ricostruzione degli scenari è stupenda, Villeneuve gestisce gli spazi in maniera portentosa ed esalta la fotografia dell’ormai fidato Roger Deakins, dalle riprese aeree panoramiche ai claustrofobici cunicoli dei tunnel usati dai clandestini, il confine tra Messico e Stati Uniti è pericoloso, polveroso, con i bambini che giocano a calcio a pochi passi da efferati crimini in corso, un posto ancora affascinante e sormontato di giorno da un cielo azzurro cristallino che mozza il fiato.
L’incertezza dell’indagine e il disorientamento di Kate crescono di pari passo con l’intensità delle sequenze d’azione, memorabile quella dello sconfinamento con i suv neri a tutta velocità nelle strade di Ciudad de Juarez (per alcuni anni la città con il più alto tasso di omicidi al mondo), giocata tutta sull’attesa e l’arrivo di un attacco incombente, la bella incursione militare con i visori notturni nel tunnel clandestino, con sparatorie e agguati mortali degni di Metal Gear Solid, è un altro momento forte e dall’impatto visivo notevole di “Sicario“. Un grande film non può non avere un grande finale, quello di “Sicario” è allucinante, un segmento notturno ambientato in Messico che riesce a essere brutale e glaciale con un sapiente utilizzo del fuori campo. A rendere il tutto più coinvolgente è il cupo e profondo commento sonoro firmato da Johann Johannson, altro stretto collaboratore di Villeneuve che ora si appresta a fare il suo ingresso nel cinema che conta (i soldi), visto che sarà il regista del sequel di Blade Runner, nientemeno, impresa rischiosa ma visto le premesse in ottime mani.
Sciamano
Benicio Del Toro nel poster di Sicario
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