Aggiornato il Marzo 3, 2014 da Il Guru dei Film
L’esordio nel cinema horror dello specialista Brian Yuzna.
Bill vive in una ricca casa di Beverly Hills, ha una bella famiglia, è giovane e di bell’aspetto ma qualcosa non va in lui, si sente strano e impaurito, per questo è in cura da uno psicologo.
L’amico Blanchard lo mette in guardia sugli strani comportamenti della sua famiglia, Bill all’inizio non crede al ragazzo ma ben presto si accorge che i suoi genitori, la sorella e altri influenti personaggi stanno tramando qualcosa di misterioso e poco piacevole, una situazione che potrebbe coinvolgerlo verso gli ambienti occulti della ricca Beverly Hills. Le cose si fanno serie quando Blanchard muore in un incidente, all’apparenza casuale.
Quando l’horror aveva ancora qualcosa da dire, erano gli anni 80, non solo splatter ma anche la necessità di filtrare la (dura) realtà, prima del cinismo cosmico dei nostri giorni e dell’indifferenza globalizzata. “Society” visto oggi è ancora un piccolo film dalla forza dirompente, a distanza di circa 25 anni si può definire profetico e di programmatica lucidità. Il potere è invisibile, spesso gestito da persone di bell’aspetto, è un circolo ristretto ma trasforma i corpi e li ingloba se necessario, con la gente che fa la fila per entrare nei posti che contano, anche al costo di perdere ogni cosa, a partire dalla dignità, poco serve a ribellarsi, tutti vogliono fare parte della Società. Sembra fantascienza, sembra gli Ultracorpi, è solo la nostra realtà che crediamo di sapere gestire e di controllare, quando sappiamo bene che è vero il contrario. “Society” parla di questo con semplicità e ironia ma riesce a spaventare, perché sai che non puoi farci niente, perché sai che la serie “Beverly Hills 90210” uscita solo l’anno dopo è stato uno dei più grandi successi degli anni 90. L’esordio di Yuzna è grande perché rifugge la retorica, è un sotto-testo geniale ambientato in luoghi attraenti e di lusso, con belle ragazze, ma che gronda orrore e decadenza a ogni secondo.
L’altro colpo di genio è la scelta del protagonista di Billy Warlock, un belloccio anonimo che si risveglia in un incubo, la prima scena riguarda un brutto sogno, sembra “Nightmare”, un’operazione simile la compie Verhoeven per il cast del successivo “Starship Troopers”. Difficile trovare simpatico Billy, il classico rampollo che ha successo con le ragazze, le cose però cominciano a girargli subito male e crede di essere impazzito, di avere allucinazioni, ben rappresentate nell’indimenticabile scena della sorella nuda nella doccia, un corpo che presenta deformità impossibili, una variante fantastica della scena della doccia di “Psycho”. Il protagonista si trova presto al centro di una cospirazione che viene gestita da Yuzna con divertenti situazioni, entrate in scena di nuovi personaggi, alcuni anche buffi come il donnone muto, mentre il pericolo sullo sfondo rimane sfuggente, non è chiaro il destino che aspetta Billy. “Society” è una grossa messa in scena per il gran finale, uno dei più ricordati del genere horror anni 80: la visione mostruosa dell’alta società di Beverly Hills è un’orgia di sesso e grovigli di corpi risucchiati in una massa informe, roba che rimane scolpita per sempre nella mente.
Brian Yuzna in questo primo film dissemina molte delle sue tematiche preferite, su tutte quella della deformità dei corpi, della loro trasformazione, ad assecondarlo vi sono gli assurdi effetti speciali, tutti in lattice, di Scraming Mad George, nei titoli di testa definito “surrealistic make up designer and creator”, in seguito stretto collaboratore del regista per svariati titoli (Re Animator 2, Progeny, ecc.), prima di subire l’avvento della computer grafica. Yuzna in seguito non ha mantenuto le ottime premesse di “Society”, probabilmente un film unico, nonostante la sua filmografia sia piena di film riusciti e preziosi, resta un nome di riferimento ma non è mai riuscito a sfornare il capolavoro che lo avrebbe accostato ai più grandi, è sempre invece restato in “seconda fascia”.
“Society” è un film disturbante in quanto oltre a demolire l’alta società e il suo disgustoso operato, definisce l’istituzione della famiglia come incestuosa, progenitrice del male, deviante e deforme, le allusioni dei rapporti sessuali della sorella di Billy con i suoi genitori sono espliciti, sconvolgenti. Anche il sesso di conseguenza subisce una connotazione negativa, in una società che lo usa per sfruttare gli altri appare inevitabile, il rapporto di Billy con la bella Clarissa (Devin De Vasquez) diviene da prima sensuale ma presto scivola nell’orrore dei corpi alterati, che avranno nel finale la rappresentazione massima di braccia che trafiggono i corpi per rivoltarli come calzini, tessuti umani che si fondono in un groviglio di carne come solo David Cronenberg in precedenza era riuscito a rendere così traumatizzante. Un gioiello da conservare.
Titolo Originale: “Society”
Paese: U.S.A.
Rating:8/10