Street Fighter – La leggenda (2009)

Aggiornato il Febbraio 3, 2011 da Il Guru dei Film

Street Fighter - La LeggendaIspirato ai videogiochi omonimi il martial art movie con l'eroina Chun Li.

 

Hong Kong, Chun Li è sulle tracce del padre rapito anni addietro da una temibile organizzazione criminale. La ragazza si trasferisce a Bangkok dove entra in contatto con il misterioso Gen della "Ragnatela", una setta segreta che ha come missione la lotta contro il male, nella città agisce anche il malvagio Bison, il vero obiettivo di Chun Li. Per Bison l'arrivo di Chun Li diventa una vera seccatura dato che la "scolaretta", nel frattempo, è divenuta una formidabile combattente, inizia un lungo scontro mentre una task force delle forze dell'ordine schiera i suoi uomini in campo.

Il cinema di arti marziali a grosso budget si schianta al botteghino americano, la produzione internazionale (India/Giappone/Usa) di "Street Fighter – La leggenda" costata 50 milioni di $ ne incassa solo 8, un segnale poco incoraggiante dopo il non certo esaltante riscontro di produzioni più riuscite come "Ninja Assassin" (2009). La pellicola diretta da Bartkowiak non accontenta nessuno, troppo "leggera" per gli amanti delle arti marziali e di scarso interesse per il grosso pubblico, un pg-13 tutto sommato inutile ispirato alla famosa serie videogame omonima e ad alcuni dei suoi personaggi più celebri, una nuova incursione nel franchise dopo il deludente e bistrattato "Street Figheter – Sfida finale"(1994) con Jean Claude Van Damme.

Non brutto come si sente dire in giro il film però manca di credibilità a partire dalla protagonista, la graziosa Kristin Kreuk ("Smalville"), che ce la mette tutta nonostante un personaggio scritto male, debole, cresciuto sotto i blandi insegnamenti del padre nel giardino di casa, sufficienti pare a farla divenire una sorta di super combattente. L'attrice sembra più volte controfigurata in buona parte dei combattimenti marziali, gli scontri a proposito non sono un disastro, tutti eseguiti con il wire work come nei precedenti "Romeo deve morire" e "Amici x la morte" diretti dal regista, ma difficile ricordarne uno particolarmente brillante e inventivo, senza dimenticare che la violenza e il sangue sono sempre attenuati, se non addirittura assenti.