Aggiornato il Agosto 5, 2010 da Il Guru dei Film
Kelly dotato di un ottimo stile di regia punta in alto, belle inquadrature, scelta dei tempi felici, cura dei particolari, non nasconde riferimenti niente meno che a Sir Alfred Hitchcock, e la prima parte di "The Box" regge più che bene nonostante non si possa fare a meno di notare una sfiorita Cameron Diaz ("Ogni maledetta domenica"), piuttosto convincente nel ruolo di Norma lewis, di contro il marito Arthur ha le fattezze da eterno ragazzino del pur bravo James Marsden ("X-men"). Vengono gettate sul piatto numerose implicazioni sul libero arbitrio, l’equilibrio stesso della società e il ruolo delle singole persone alle prese con situazioni normali come le difficoltà lavorative o economiche messe all’improvviso in dubbio da decisioni estreme; sullo sfondo la figura inquietante di Alington Stewart, un magnetico Frank Langella ("Dracula"), dal volto deturpato da gravi ustioni, in realtà all’uomo manca un intero pezzo di faccia che si apre in uno squarcio talmente profondo da rivelare l’osso della mandibola. Stewart è collegato con le missioni spaziali su Marte a cui Arthur ha contribuito con il suo lavoro presso la NASA, sembra provenire dal nulla ma ha al suo servizio "numerosi dipendenti", affabile quanto sfuggente ha creato intorno ai coniugi Lewis una cortina fumogena impenetrabile, non sembra esserci via d’uscita (il vetro della macchina con la scritta "No Exit") e si moltiplicano gli incontri con persone dal sorriso inquietante (il cameriere della festa) o colpite da strane perdite di sangue al naso. Tutta colpa di quella maledetta scatola con il pulsante.
Quando però la storia carica di intrigo e mistero prende una piega degna di un b-movie di fantascienza "The Box", più che assomigliare a "Notorious", tende verso gli "X-files" meno riusciti, uno dei prezzi da pagare è quindi la surreale scena della biblioteca con i protagonisti accerchiati che più che inquietare suscita sinceri sorrisi. "The Box" fallisce quando vuole mostrare troppo, il clima di cospirazione vicino a opere come "L’invasione degli ultracorpi" viene smorzato da alcuni "spiegoni" e immagini inutili che fanno perdere di credibilità a tutto l’impianto, al punto che la ficcante frase di Arthur C.Clarke citata più volte nel corso della storia "ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia" sembra stridere, nel secondo tempo di "The Box" infatti diverse cadute si distinguono anche troppo. Il finale è un pò tirato via di fretta ma almeno non è il solito happy end. Meno presente che in passato la componente sonora è sempre di prima qualità, si ricorda in particolare "Scarlet Begonias" dei Grateful Dead suonata nel corso di una festa in casa. Vale una visione.
Titolo Originale: "The Box"
Paese: U.S.A.
Rating: 6/10