Aggiornato il Giugno 28, 2016 da Il Guru dei Film
The Conjuring – Il Caso Enfield è la seconda avventura dei coniugi Warren nel mondo del paranormale ambientata a Londra negli anni 70 …
Tit. Originale: The Conjuring 2
Paese: USA
Rating: 6/10
1977, in un’abitazione del borgo londinese di Endfield, la famiglia Hodgson è sconvolta da strani fenomeni legati ad apparenti presenze spiritiche. Dopo ripetuti episodi inquietanti, i coniugi Warren sono incaricati di verificare la situazione e stabilire se esiste una reale minaccia che sembra colpire in particolare la piccola Janet….
Squadra che vince non si cambia, vale anche (soprattutto) al cinema: James Wan torna a dirigere il sequel del primo fortunato “The Conjuring” (2013) e riconferma la coppia protagonista di indagatori dell’occulto interpretata da Patrick Wilson e Vera Farmiga ispirata ai veri coniugi Warren, collegati ad alcuni dei più famigerati casi paranormali degli anni 70. Tornano gli stessi sceneggiatori, i fratelli gemelli Hayes, a cui si deve almeno quella piccola perla remake-rivisitazione de “La Maschera di Cera” (2005) e una storia con al centro un nucleo familiare segnato da una maledizione. Di pari passo prosegue l’eccessiva indulgenza nei confronti del regista James Wan, questo sin dai tempi di “Saw L’Enigmista”, il quale sfrutta i suoi successi commerciali per insidiare il trono vacante dell’horror. Da molti è considerato il nome più importante recente nel genere, per via anche della serie “Insidious”, con la complicità della scarsa concorrenza dei colleghi, alcuni smarriti dopo qualche flop di troppo, racchiusi in una lista lunga che può contare nomi noti come Rob Zombie, Neil Marshall e Alexandre Aja.
James Wan però non convince mai sino in fondo, al contrario si ferma sempre in superficie ed evita con cura di esplorare il perturbante delle situazioni, in fondo, già proposte da lui stesso e non sembra interessato a scontentare le masse che accorrono a vedere pellicole intercambiabili e con poche variazioni. The Conjuring – Il Caso Enfield non fa eccezione, mette in spolvero la tecnica del regista ormai nota per una serie di cliché che vanno dagli abusati L’Esorcista e Poltergeist, con possessioni e fenomeni paranormali che spostano e animano oggetti. Fermo restando che la paura è una sensazione soggettiva, risulta difficile provarla nel film di Wan basato su eventi preannunciati con grande anticipo e con nessuna sorpresa rilevante, almeno per chi frequenta il genere da tempo. Ma la formula sembra funzionare ancora, almeno a livello commerciale, Wan conosce il mestiere e quei pochi basilari meccanismi “jump scare” che bastano e avanzano per il pubblico in cerca di emozioni semplici e collaudate. Si hanno così in serie sequenze canoniche di giovani vittime (bambini) lasciati soli al buio in balia di strani eventi.
A favore del film un paio di boogeyman notevoli sui quai era forse il caso di insistere, si tratta degli spiriti demoniaci raffigurati con le fattezze di una suora mostruosa che ricorda altri babau presenti nei precedenti film del regista (Dead Silence) e del crooked man, o uomo storto, un manichino-mostro che si anima da uno dei giocattoli di casa. Le sequenze più belle di una pellicola piuttosto lunga, sono le brevi ma intense apparizioni dei due mostri di turno, in particolare la suora demoniaca risulta ipnotica per il look grafico impressionante e tenebroso, solo in questi istanti si prova vero disagio e un irrazionale smarrimento. Per il resto si ricade nelle solite parentesi con bambine che parlano con voce di vecchi rimbambiti e presunti indagatori dell’incubo che non fanno molto oltre a sgranare gli occhi e accendere registratori vintage anni 70. L’inizio di pellicola è carino, un riassunto di una missione precedente dei due coniugi paranormali, filtrata dal sogno di una seduta spiritica, riguardante i fatti dell’arcinoto caso Amityville (da cui il famoso horror anni 70 Amityville Horror), un momento violento e sanguinoso che lascia presagire un’opera più efferata che invece prende altre direzioni.
Molto buona la ricostruzione inglese dei sobborghi londinesi anni 70 in The Conjuring – Il Caso Enfield, nonostante lasciano perplessi certi errori (marginali) come sparare la London Calling dei Clash che è un pezzo del 1979 mentre la vicenda si svolge due anni prima, così come l’utilizzo degli effetti speciali usati in gran quantità ma in maniera discreta e non invasiva, al fine di preservare un’ambientazione d’epoca che risulta pregevole e convincente. Le vittime degli spiriti demoniaci sono questa volta una famiglia composta da quattro fratelli minorenni, due bambini e due sorelle più grandi, e una madre rimasta sola ad accudirli che avrà per molti un ricordo familiare, si tratta infatti dell’attrice Frances O’Connor la madre del piccolo David in “A.I.” (2001) di Spielberg. Nei titoli di coda, molto più sinistri di quanto visto in precedenza (si perdoni la cattiveria), si rivelano i collegamenti con i veri personaggi dei fatti di Enfield che hanno ispirato l’opera.
Siamo pronti a scommettere sull’arrivo di un terzo capitolo.
Sciamano