Aggiornato il Dicembre 10, 2013 da Il Guru dei Film
Chiusi dentro un bunker e l’apocalisse fuori dalla porta. Un film di Xavier Gens.
Un attacco esplosivo si abbatte sulla città di New York, la giovane Eva guarda da un palazzo il fuoco e la distruzione, un attimo prima di fuggire con il compagno lungo le scale verso l’uscita. La ragazza viene trascinata dal flusso della folla impazzita, quando una porta dei sotterranei si apre indicando un possibile rifugio, Eva è una dei pochi a riuscire a penetrare prima che il pertugio venga chiuso con forza.
La paura che tutto crolli e scompaia, in fretta, nella devastazione più completa. Ci sono delle similitudini tra l’epoca attuale e gli anni 70, sono il terrorismo e la crisi economica (energetica), la grossa differenza è che ora non vi è un barlume di speranza per un futuro migliore. Di questo parla “The Divide”, un film pessimista sulla natura umana, inserito nell’ormai inflazionato filone post-apocalittico che, a stento, funge da esorcismo a un periodo storico (il nostro) che fatica a trovare un equilibrio stabile e di serenità. “The Divide” sconta questo aspetto, in fondo si tratta di un altro film ben riconoscibile, anche prevedibile, non un’opera del tutto riuscita forse ma che ha un suo trasporto e l’attaccamento per il genere, soprattutto quello del passato. Senza riuscire ad avvicinarsi, ma non potrebbe essere altrimenti, il regista Xavier Gens guarda ai campioni della paura (paranoica) come “La Notte dei morti Viventi” e “La Cosa”, modelli presi come riferimento in cui un gruppo di persone resta accerchiato in uno spazio ristretto da una minaccia mortale e incomprensibile.
Grande prologo distruttivo in quel di New York, sono le scene più spettacolari e costose del film, uno scenario di pochi secondi di esplosioni in computer grafica, poi la camera sprofonda nella tromba delle scale di un palazzo e inquadra decine di persone che scappano in preda alla paura, verso una salvezza che forse non esiste. Si apre una porta, una speranza, ma è solo il passaggio a un’altra dimensione angosciosa. La location principale cambia presto in un claustrofobico scantinato di un palazzo, poche stanze adibite a bunker di fortuna sigillate da una pesante porta di metallo. Dentro all’angusto ambiente si ritrovano i pochi sopravvissuti, otto persone di casuale provenienza ed estrazione per iniziare una difficile convivenza. “The Divide” verte sull’incertezza, non si conosce la natura dell’attacco, si sospetta atomico con ricadute radioattive, nemmeno il nemico è identificabile. La sceneggiatura inventa un’ulteriore variabile misteriosa con la comparsa di soldati in tenuta hi-tech anti batteriologica, la loro apparizione movimenta non poco la storia e scatena alcune sparatorie di discreta tensione.
Gens rientra nei film a budget contenuto dopo essere stato catapultato nelle grosse produzioni con la regia di “Hitman”, non esita quindi a (auto)citare il piccolo (ma grande) horror che lo ha lanciato, “Frontier(s)” riecheggia per diversi riferimenti: si ritrova la paura del nazismo, alcuni personaggi stravolti dall’esperienza si trasformano in aguzzini (lascivi), compare anche un’accetta usata in modo improprio, inoltre la protagonista principale, quella che svetta sugli altri, è ancora una volta una ragazza. Eva è interpretata da Lauren German, una bella ragazza vista in alcuni horror come “Non aprite quella porta”(2003) e “Hostel 2”, un personaggio non privo di zone d’ombra, del resto tutti i protagonisti manifestano il lato più brutale e negativo nell’affrontare una situazione disperata. “The Divide” è pieno di torture, stupri, uccisioni e violenze di vario tipo.
Nel cast due icone anni 80 come Rosanna Arquette, in un ruolo piuttosto scomodo, quello di una madre che affoga il dispiacere nell’umiliazione fisica, e Michael Biehn, nella parte di un patriota fanatico ossessionato dall’11 settembre e la diffidenza per il prossimo. Il tema del terrorismo in “The Divide” si amplia e sentenzia un dato di fatto: l’11 settembre esiste non solo come evento imprevedibile esterno ma, soprattutto, nasce dentro di noi e lo alimentiamo ogni giorno con l’odio e l’indifferenza. “The Divide” è troppo lungo nello svolgimento, Gens a volte si perde in inutili sfoggi di virtuosismo registico e compaiono pure dei grossi buchi di sceneggiatura (la stanza segreta per es.) ma vale la pena giungere sino al grande finale, il momento migliore del film, accompagnato da un tema sonoro epico e straziante. Gens rimane un regista più che interessante, al momento impegnato nella lavorazione di un altro sci-fi horror: Cold Skin.
Titolo Originale:”The Divide”
Paese: Germania/U.S.A/Canada
Rating: 7/10