Aggiornato il Dicembre 16, 2010 da Il Guru dei Film
Una ragazza sola dentro una casa maledetta per l’horror nostalgico diretto da Ti West.
Samantha è una studentessa con pochi soldi in tasca che necessita di trovare una nuova sistemazione, lontano dalla compagna di stanza perditempo e invadente. L’annuncio di un lavoro da baby sitter sembra l’occasione giusta per la ragazza, avere dei contanti subito e con poco impegno, l’offerente però non si presenta all’appuntamento stabilito per telefono. Samantha pensa di avere preso l’ennesimo colpo di sfortuna invece un uomo la richiama per invitarla a raggiungere una casa poco fuori la città. La ragazza chiede un passaggio a un’amica e insieme raggiungono la casa dei signori Ullman, da subito però qualcosa non convince le ragazze, a partire dal fatto che non c’è nessun bambino a cui badare …
Con un titolo semplice e sintetico del genere, “La Casa del Diavolo”, non è difficile intuire la materia trattata e , se questo non basta, in apertura arrivano anche le didascalie a riguardo una statistica, sull’impatto del fenomeno “culti satanici e affini”, verso l’opinione pubblica negli anni 80, decennio a cui la pellicola guarda come unico modello di riferimento. L’obiettivo prefissato e raggiunto da “House of The Devil” é quello di rievocare il periodo horror a cavallo degli anni 70 e 80, non solo per i contenuti ma, soprattutto, per lo stile tecnico e di regia in un esercizio a prima vista anacronistico, molto difficile e arduo da mettere in pratica, rivelatore a suo modo di una conoscenza profonda dei codici estetici e della tensione presenti nelle pellicole amate da Ti West (classe 1980), giovane regista che riesce nel piccolo miracolo di girare un film del tutto simile a un b-horror perduto dei primi anni ’80.
Solo l’inesorabile trascorrere del tempo può mettere gli elementi nella giusta prospettiva, per l’horror, gli anni ’80 sono il parto inquietante e irripetibile del seminale decennio precedente, una fonte dove purificarsi e sentirsi a “casa”, un concetto che deve avere per lo meno sfiorato Ti West per la realizzazione del suo film. The House of the Devil denota la voglia continua del cinema horror recente di guardare al passato (per rimanere, quasi, in tema: “La Casa del Diavolo” di Rob Zombie), salvo trovare nuovi e interessanti (sotto)filoni come l’horror-mockumentary sdoganato da “The Blair Witch Project” (1999), in una ricerca quasi spasmodica e impossibile di tempi e atmosfere cristallizzate nei ricordi, da questo punto di vista da tenere d’occhio i recenti “Amer” e “Beyond the Black Rainbow”, da collocare sulla stessa linea di “House of The Devil”.