Aggiornato il Marzo 20, 2009 da Il Guru dei Film
Un action thriller che rende omaggio ai polizieschi a sfondo politico degli anni ’70, Clive Owen e Naomi Watts indagano tra New York, Berlino e Milano su un complotto che ha al centro un istituto di credito.
Come deve prenderla uno sceneggiatore che ha scritto un fanta thriller e quando il film esce scopre di aver scritto una storia vera?
Prendiamo il caso di The international, che tra l’altro è stato girato anche a Milano: è la storia di un’indagine condotta da un agente dell’Interpol, Clive Owen, e da un vice procuratore distrettuale, Naomi Watts, su un complotto internazionale il cui fulcro sono le banche.
Ora, parte del fascino di un certo genere di film sta nel loro essere tra l’inverosimile e il possibile. Non per niente, rovesciando la prospettiva, di una storia vera si dice che è "affascinante come un film", di una biografia che "sembra quella di un romanzo d’avventura".
Dopo quello che si è scoperto (e chissà quanti pezzi mancano) delle banche e dei titoli tossici sarà difficile immaginare qualcosa di più clamoroso: in fondo il potere della Spectre o, per rimanere in un linguaggio finanziario, dei suoi derivati, non deriva dalla sua capacità di distrugere il mondo? La Spectre lo fa utilizzando ordigni fine di mondo, le banche (e chi non le ha controllate o ha fatto finta di non vedere fino a che i guadagni si moltiplicavano) giocando con la finanza e creando un incubo economico del quale nessuno è in grado di vedere la fine.
In The International per la verità la banca in questione si limita, per così dire, a finanziare imprese terroristiche e criminali in giro per il mondo, un’idea che probabilmente oggi in pochi troveranno inverosimile (tanto per dire: i soldi dei giganti del narcotraffico non sono mica depositati in istituti segreti o clandestini …)
Detto questo il film di Tom Twyker non è diventato un documentario: basta pensare che mostra la distruzione del museo Guggenheim di New York (ma c’è anche tanto spazio per il Pirellone, sede della Regione Lombardia, con tanto di cameo del governatore Roberto Formigoni).
In realtà The international è un omaggio ai polizieschi politici degli anni ’70, girato con eleganza tra New York, Berlino e Milano, con qualche pecca ma con un’indiscutibile capacità di seduzione.
Paolo Biamonte