The Invitation (2015)

Aggiornato il Agosto 25, 2016 da Il Guru dei Film

The Invitation è un horror psicologico ambientato sulle colline di Los Angeles …

Tit. Originale: The Invitation
Paese: USA
Rating: 7/10

Los Angeles, Will insieme alla nuova compagna accetta l’invito di Eden, la sua ex, a presenziare a un ritrovo in una villa in collina. Will affronta il ritorno nella sua vecchia casa dopo il trauma della perdita del figlio avuto con Eden, circostanza che ha provocato l’allontanamento della donna verso una comunità all’estero. Ora Eden dopo due anni sembra rinata, felice di presentare a tutti i suoi amici il nuovo compagno e alcuni membri della comunità. Will però sente che qualcosa non torna.

Esiste un luogo che tutti ormai trovano familiare, anche senza averlo frequentato, grazie alle centinaia di film ambientati da quelle parti: sono le “mitiche” ville intorno le colline di Hollywood e oltre, vero orizzonte dell’immaginario occidentale sin dai tempi di “Viale Del Tramonto”, spaziato in lungo in largo da altri titoli memorabili come “Mullholland Drive”.Per restare all’attualità, la scena più divertente di The Nice Guys si svolge a un party 70’s in collina, che dire delle tonnellate di video musicali (hip hop) e anche delle migliaia di film porno, fateci caso (ma tanto lo sapete già) almeno la metà di essi sono girati proprio lì. The Invitation si colloca in una di queste ville da sogno, stile più minimal-elegante del solito, se hai una casa del genere vuol dire che i problemi finanziari non ti riguardano, posti esclusivi, nella zona più celebre d’America o poco ci manca. Nel film di Karyn Kusama l’alto tenore di vita dei protagonisti resta sullo sfondo sottinteso, dentro a un quadro più complesso e inquietante sin dalle prime battute: il prologo premonitore con il coyote.

Colpisce la vastità della posta in gioco, c’è da perdersi nei sotto-testi sparsi, non indagati sino in fondo ma anche per questo utili ad accrescere un senso di disagio, quello che prova il protagonista Will dell’ottimo Logan Marshall Grenn, più fascinoso con la barba che nelle poche sequenze in cui ne è privo. Will è devastato dalla morte del figlio, la perdita e il senso di colpa appaiono come il collante della vicenda, l’evento viene suggerito più che mostrato tramite flash-back, inoltre alcuni dei personaggi rivelano simili incombenze. Nel suo piccolo The Invitation può essere visto come un “Grande Freddo” in versione horror, una rimpatriata di amici che in qualche modo è alle prese con il bilancio (spesso negativo) della vita, con terapie di gruppo e confessioni delicate, la tensione tra i personaggi è però minata da qualcosa di impalpabile e sinistro, una situazione di cui sembra accorgersi solo Will. L’aspetto migliore è il clima di paranoia che si stabilisce con regole non dette al’interno della casa, Will però sin da subito è contrariato quando scopre che le finestre hanno le inferriate e l’entrata principale chiusa senza chiavi.

La presenza di alcuni “estranei”, i nuovi amici dell’ambigua Eden interpretata da Tammy Blanchard, e la condivisione di uno strano video del santone che ha “curato” la donna, una delle migliori scene della pellicola, induce a pensare alla macchinazione di una setta. Da non dimenticare che in zona gli adepti di Manson hanno compiuto uno degli omicidi più famosi della storia. La guida è il protagonista Will, i suoi dubbi e convinzioni sono i nostri, sappiamo che qualcosa di brutto è in atto ma ignoriamo il come e il quando. Vivere con il rimorso, condividerlo, oppure negarlo? è solo uno dei tanti interrogativi di The Invitation diretto dalla regista di Jennifer’s Body, altro horror sui generis che qualcuno ricorda più che altro per avere come protagonista Megan Fox, qui Karyn Kusama fa centro con un film stratificato, non banale sull’esistenza, le priorità e i rapporti tra le persone, inserito in un contesto che precipita presto verso l’orrore.

Inquietanti e ben riusciti alcuni personaggi come il misterioso Pruitt di John Carrol Lynch, non sapremo mai bene chi rappresenta per davvero,e  la bella Lindsay Burdge nella parte di una disinibita e all’apparenza svampita “groupie” della serata. Il finale è puro horror, a prima vista prevedibile, diviene una sorta di home invasion al contrario, il male è dentro di noi e si espande all’esterno come sembra suggerire la beffarda ultima inquadratura a sorpresa. Manca forse un tocco d’autore per elevarlo tra i migliori titoli recenti, non si può fare a meno di considerarlo comunque un istant-cult, a maggior ragione se siete quarantenni (come i protagonisti) amanti dell’horror.

Sciamano

The Invitation

The Invitation - Recensione di Sciamano