Aggiornato il Giugno 13, 2016 da Il Guru dei Film
The Neon Demon è l’horror sulla bellezza diretto da Nicolas Winding Refn …
Tit. Originale: The Neon Demon
Paese: USA/Francia/Danimarca
Rating: 9/10
La minorenne Jesse è sola a Los Angeles con un sogno: diventare una modella. La ragazza è ingenua ma ha il dono della bellezza e, nonostante i primi passi in un’agenzia di moda, piace a tutti, il successo è a portata di mano. L’ambiente però diviene ostile, si creano invidie, solo la truccatrice Ruby sembra esserle amica….
Il nuovo conturbante film di Nicolas Winding Refn nasce come il gemello diverso del precedente Solo Dio Perdona: se nell’incubo ambientato a Bangkok con protagonista Ryan Gosling si affrontava la fragilità maschile, in The Neon Demon è il mondo delle donne a essere protagonista, con tutte le paure e proiezioni del caso, filtrate con l’estro di uno dei maggiori talenti registici in circolazione. Lascia pensare (male) che ci sia ancora in giro qualcuno dubbioso delle capacità dell’autore, magari implorante di un nuovo “Drive”, allo stesso tempo viene certificata l’essenza sfuggente di Refn, per certi versi non collocabile in un trend/pubblico preciso. The Neon Demon è un horror ma non nella concezione classica del termine, è più una rivisitazione del genere, composto con un piglio personale e raffinato capace di determinarne la grandezza.
Refn assorbe le suggestioni horror per esplorare le ossessioni femminili che hanno il culmine nella ricerca della bellezza, le figure maschili sono presenti ma marginali, si veda l’apporto del celebre Keanu Reeves qui in una piccola parte sgradevole e lasciva di custode di motel, una sorta di predatore sessuale. Sotto i riflettori sono le donne, in particolare l’attrice Elle Fanning (Super 8) è un’intuizione geniale, l’ennesima, di Refn per il ruolo della protagonista Jesse, giovanissima e pura, la vera incarnazione dell’innocenza che tutt(e)i bramano essere. Una condizione di agnello in un mondo di lupi pronti a sbranarla, la ragazza è circondata da donne che la adulano ma al tempo stesso la invidiano per la sua forza (in)visibile, un potere per il quale molte di loro sono pronte a tutto pur di ottenerlo.
La stregoneria secondo Nicolas Wnding Refn potrebbe essere inteso The Neon Demon, un sabba moderno con streghe-modelle che contemplano riti di passaggio e iniziazioni, a riguardo la subliminale sequenza della festa con lo spettacolo della body performance, un delirio visivo-sonoro accecante, quasi demoniaco. Il personaggio della truccatrice Ruby della ottima Jena Malone, apre ulteriori squarci sul desiderio e la paura femminile, sull’attrazione e il rifiuto, un intreccio legato con l’arrivo di Jesse, un’implosione di istinti irrefrenabili che sfociano in una delle scene più scabrose e discusse del film a sfondo necrofilo. A completare il quadro di bellezze che insidiano Jesse non si possono non notare una fantastica Abby Lee, una vera modella, e Bella Heathcote, nella parte di una modella che mantiene la sua avvenenza con continui ritocchi di chirurgia plastica.
Gli appassionati horror possono rimanere perplessi, non vi sono catene di delitti o particolari momenti “di paura”, Refn preferisce creare un avvolgente stato di incertezza che esplode verso il finale in crismi più riconoscibili per forza grafica e di violenza. Sin dall’inizio di The Neon Demon si notano segnali sparsi, assimilati più che voluti (forse) che rimandano a opere del passato: l’inizio con la modella-cadavere riporta all’incipit di Henry pioggia di sangue, Suspiria è evocato nei colori e nello status di nuova arrivata dell’eroina, Il Bacio della Pantera è preso di peso per la presenza di un felino nella camera di Jesse, a testimoniare il “potere” nascosto della protagonista, il personaggio di Reeves porta al Bates Motel di Psycho, in una perlustrazione di una villa Jesse trova un vestito da sera su un letto come Milla Jovovich in Resident Evil, senza dimenticare la leggenda della contessa Bathory. Refn dirige una serie impressionante di sequenze che lasciano estasiati per bellezza estetica, in questo caso predilige le inquadrature fisse, nell’elaborazione di veri e propri quadri dalla tecnica (audio)visiva difficilmente eguagliabile, fidato collaboratore è l’ormai inseparabile compositore Cliff Martinez, divenuto quello che per Sergio Leone era Ennio Morricone, autore di una colonna sonora elettr(on)ica a dir poco sublime. Capolavoro.
Sciamano