Aggiornato il Aprile 13, 2015 da Il Guru dei Film
Il secondo capitolo della serie The Protector con protagonista Tony Jaa.
Kham vive con il suo “fratello” elefante Khon ma qualcuno li vuole separare, un uomo d’affari è intenzionato a prendersi l’animale con le buone o con le cattive. Al rifiuto del ragazzo di venderlo, Khon viene trafugato con un camion e fatto sparire. …
Kham non si da per vinto e rintraccia subito la casa dell’arrogante possidente, a sorpresa trova l’uomo ucciso nel suo studio, le nipoti della vittima giunte poco dopo lo incolpano dell’omicidio. Kham fugge e, grazie anche all’aiuto dell’amico agente Mark, intuisce che dietro al fatto di sangue si nascondono interessi più grossi, traffici loschi che riguardano terrorismo, politica e giochi di potere….
Ritorno per la stella delle arti marziali Tony Jaa al personaggio Kham nel tentativo di ripetere i risultati egregi del primo The Protector (2005), forse non la più celebrata ma la più compiuta e matura delle sue fatiche, con esiti poco soddisfacenti per via della solita vena trasandata del cinema action tailandese. The Protector 2 soffre di una sceneggiatura debole da vera serie b, ingarbugliata da retroscena criminali e personaggi non proprio irresistibili, un pretesto per una serie di scontri marziali che per lo meno non annoiano, continui e divertenti. Non siamo ai livelli del primo capitolo per intenderci, ma pur sempre meglio del precedente Ong Bak 3, il film sfrutta l’ascesa di notorietà per Tony Jaa nonostante i diradati impegni negli anni recenti, un antipasto per il lancio internazionale dell’attore che nel 2015 viene inserito nel cast del settimo capitolo della saga blockbuster tamarra per eccellenza Fast and Furious e promosso protagonista di Skin Trade al fianco di Dolph Lundgren. L’attesa più grande è riservata per il suo esordio con il cinema di Hong Kong in Sha Po Lang 2 (2015) insieme al leggendario Sammo Hung.
The Protector 2 resta un onesto film di arti marziali gravato da sconsiderati inserti in computer grafica presenti in diverse situazioni (il finale su tutti), indirizzati a favorire il formato della pellicola girata con gli effetti in 3D. Un’operazione inedita per il cinema di Tony Jaa capace ancora di trasmettere la fisicità della lotta tailandese nei combattimenti, per variare il menu di alcuni confronti vengono elaborate improbabili coreografie che hanno il culmine nell’inseguimento sui tetti di Bangkok: Kham/Tony Jaa è braccato dai membri di una gang in sella a motorini truccati che compiono balzi ed evoluzioni incuranti del pericolo del vuoto e dei calcioni dell’eroe, impegnato in duelli e voli sempre più acrobatici, tutta la scena è stata girata in green screen ma a favore della produzione bisogna dire che la cosa non si nota più di tanto. The Protector 2 vede la regia di Prachya Pinkaew, un nome chiave del cinema action tailandese, regista dei film più influenti del genere come il primo Ong Bak (2003), che ha lanciato la stella di Tony Jaa, e Chocolate (2008) che ha segnato l’esordio della giovane JeeJa Yanin.
La Yanin, classe 1984, si accoda in The Protector 2 nel ruolo di una ragazzina vendicativa, abile nelle arti marziali, armata di aghi narcotizzanti e di uno strano Yo-yo riprodotto con un effetto digitale posticcio. La ragazza è da alcuni anni l’artista femminile marziale più quotata, in questa occasione pare un po’ sacrificata per dare spazio a Tony Jaa. Dal primo capitolo ritorna il simpatico Mum Jokmok nella parte del pasticcione agente Mark, un volto buffo divenuto iconico per il cinema action della Tailandia. I cattivi di The Protector 2 sono due attori neri: il sempre più onnipresente RZA (The Man with the Iron Fists) è un boss stile gangsta che si dimostra un pazzo scatenato, nel finale il musicista/regista/attore si lascia andare a smorfie di follia da fare impallidire il Nicolas Cage più squilibrato (!), il suo tirapiedi e campione di fiducia è invece il carneade Marrese Crump, un atleta marziale che affronta i combattimenti più impegnativi e intensi con Tony Jaa.
In uno di questi confronti i due vengono a contatto con scariche elettriche che fanno vibrare nell’aria suoni degni delle lightsaber di Star Wars (!). In un altro duello Tony Jaa se la vede contro tre avversari in una stanza con le pareti incendiate dalla computer grafica, un’altra citazione “infuocata” rivolta al primo capitolo. Yayaying Rhatha Phongam è il nome difficile della bellissima attrice che si intravede nelle fila dei cattivi, la lottatrice n.20 dal costume sexy, nello stesso anno Nicolas Winding Refn la scrittura per una (piccola) parte in Solo Dio Perdona. Finale fuori controllo tra elefanti, ordigni esplosivi, mazzate con colpi marziali inesauribili e buoni sentimenti. Non del tutto riuscito ma folle al punto giusto da fare passare senza troppi patemi la sua durata. Un terzo capitolo futuro resta un’opzione improbabile ma non impossibile.
Tit. Originale: Tom yum goong 2
Paese: Thailand
Rating: 6/10