Aggiornato il Gennaio 20, 2010 da Il Guru dei Film
Un George Clooney da Oscar è il protagonista di questo bel fim di Jason Reitman che racconta la storia di un uomo che trascorre la sua vita in aereo per licenziare la gente per conto delle corporation. Con Vera Farmiga e Anne Kendrick.
Tra le Nuvole (Up in the Air) è il terzo film di un grande talento della regia: Jason Reitman, 31 anni, figlio di Ivan, (produttore di Animal House, Ghostbusters e dei film di Jason), ha già firmato il buon esordio di Thank You for Smoking e il grande successo indie Juno. Con questa nuova fatica compie un deciso passo in avanti verso la maturità, con un film attualissimo, di cui firma anche la sceneggiatura (scritta lungo sei anni), sospeso tra dramma e commedia e illuminato da un grande George Clooney, che non a caso per questo ruolo viene indicato come uno dei favoriti all’ Oscar. Clooney è Ryan Bingham, uno che di mestiere fa, se passate il termine, il licenziatore. I suoi committenti sono corporation che hanno bisogno di tagli di personale ma non vogliono assumersi la responsabilità di comunicare ai diretti interessati che hanno perso il posto. E qui entra in gioco il super cool Bingham, un uomo che passa più di 320 giorno all’anno viaggiando in aereo e aspira a totalizzare 10 milioni di miglia con la stessa compagnia. Lui si sente a casa sull’aereo e negli aeroporti, ama il suo lavoro che consiste nel dare una parvenza umana a uno degli atti più drammatici che si possano compiere. E’ quasi superfluo sottolineare come questa tematica sia terribilmemnte attuale. Non è un caso che Reitman abbia inserito nel cast un gruppo di non attori scelti tra le lunghe fila di chi ha perso veramente il lavoro, chiedendogli di improvvisare raccontando di fronte alla camera cosa hanno detto veramente quando sono stati licenziati o cosa avrebbero voluto dire.
Bingham vive dunque in viaggio, felice della sua routine e convinto che la mancanza di relazioni stabili sia un presupposto imprescindibile per una vita in libertà. Ma sarà proprio il quasi simultaneo approdo di due donne nel suo tran tran a scombinare le carte. Da una parte c’è Alex, interpretata da una strepitosa Vera Farmiga, che condivide con Ryan la passione per i viaggi in aereo, quasi un’anima gemella, al punto che i due vivono la loro storia negli aeroporti, ben felici della loro provvisorietà fino a che, inevitabilmente, la sfera personale comincia a essere intaccata.
Dall’altra c’è Natalie Keener, ritratta in modo perfetto da Anna Kendrick, una giovane assunta dal boss di Bingham che suggerisce alla corporation come possa risparmiare molto denaro facendo compiere a Ryan il suo lavoro attraverso Internet o conference call. Per non rinunciare alla parte prediletta della sua vita, viaggiare in aereo, Bingham sarà costretto a portarla con se nei suoi viaggi di lavoro per dimostrarle come licenziare qualcuno sia un lavoro che necessita il contatto umano.
Ovviamente non vi diciamo come va a finire: quel che si può dire è che in questo caso le relazioni interpersonali diventano quasi un fatto eversivo rispetto a uno stile di vita fondato su una solipsistica leggerezza.
Reitman è bravissimo nel ritrarre i meccanismi che governano le corporation e nel descrivere con tono personale il dramma della precarietà del lavoro. Lui stesso ha raccontato di aver scritto il suo film pensando a George Clooney che ha ricambiato la sua fiducia con la migliore performance della sua carriera.
Paolo Biamonte