Aggiornato il Marzo 31, 2016 da Il Guru dei Film
Ivan Cotroneo adatta per il cinema il suo libro del 2010 Un Bacio che affronta il tema della diversità, del bullismo e del valore “salvifico” dell’amicizia.
Per la terza volta Ivan Cotroneo passa dalla scrivania alla macchina da presa trasportando, come nel caso de La kryptonite nella borsa, un suo romanzo di successo sul grande schermo.
Nel passaggio dal libro allo script cinematografico, grazie anche alla collaborazione con Monica Rametta, i protagonisti non sono più due ragazzi e un’insegnante ma tre adolescenti e la loro storia di amicizia e il loro mondo dove gli adulti restano sullo sfondo.
Ed in effetti è lo stesso Cotroneo a descrivere così lo spirito di Un Bacio: “Un film che, per le tematiche che tratta è rivolto a tutti, adulti e non, ma che parla soprattutto ai ragazzi. Ecco, se posso esprimere un desiderio, mentre scrivo queste note e il film non ha ancora iniziato la sua strada nel mondo esterno, il desiderio è questo: vorrei che Un bacio fosse un film soprattutto per loro, per i ragazzi. Ragazzi che mettono al primo posto l’amicizia. Che si sentono soli. Che hanno una terribile paura di essere diversi, e di venire giudicati. Di ritrovarsi un’etichetta addosso. Qualunque essa sia.”
Appare evidente dunque l’intento del regista, scrittore e sceneggiatore napoletano di ritagliare uno spazio, e un target, maggiormente definito all’opera filmica facendo tesoro degli incontri avuti nelle scuole durante il periodo di presentazione del libro. E’ così che Un bacio punta dritto i fari su Antonio, Blu e Lorenzo interpretati da tre giovani attori, Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani e Leonardo Pazzagli, selezionati dopo un casting accurato che ha visto coinvolti più di mille ragazzi.
Il mood romantico e adolescenziale è poi rafforzato da una colonna sonora che, pur con qualche ripescaggio anni ’80, si fonda prevalentemente sui pezzi tra gli altri dei Placebo, Lady Gaga, degli Stag e di Mika che propone il suo brano Hurts in due versioni, brano tratto che ha fatto registrare centinaia di migliaia di visualizzazioni ed è diventato un simbolo della lotta al bullismo.
Paolo Piccioli