Una Lunga Fila di Croci (1969)

Aggiornato il Febbraio 16, 2012 da Il Guru dei Film

Una Lunga Fila di Croci (1969)Due temibili cacciatori di taglie, Brandon e Murdock, uniscono le forze per eliminare una banda di criminali capeggiati da Fargo, un uomo che non si fa scrupoli nello sfruttare i flussi migratori di peones messicani. Anche la bella Maya è coinvolta nella faida che diventa sempre più violenta e segnata da tradimenti dolorosi.

Le croci in fila del titolo non si vedono ma si riferiscono all'elevato numero di morti ammazzati della pellicola, non potrebbe essere altrimenti visto che di mezzo ci sono due cacciatori di taglie di poche parole e dal grilletto facile, oltre che infallibile. E' il terzo western di Sergio Garrone, ricordato più volentieri per il western-gotico "Django Il bastardo" dello stesso anno, che si pone nella scia della Leone-exploitation, in quegli anni era prassi comune mal vista ma capace di generare un intero filone (irripetibile) che oggi tutti rimpiangono. I mezzi sono al di sotto dei film di Leone, addirittura il rischio di non terminare le riprese viene risolto solo all'ultimo con un proverbiale finanziamento cercato dallo stesso regista, anche le scenografie sono più ruspanti del solito, non i territori "esotici" dell'Almeria ma delle più vicine e familiari cave della Magliana. Ma il film è un buon esempio di western violento pieno di facce patibolari che non si dimenticano.

Una Lunga Fila di Croci (1969)

Il cast dunque è ben congegnato, con  Anthony Steffen nel ruolo del killer Brandon,  sempre insieme a Garrone da vita al suo eroe più conosciuto, quel "Django Il bastardo", l'attore è una sorta di clone (di serie b) del "Biondo" di Clint Eastwood, dal volto di pietra inespressivo. La contro-parte Murdock è anche meglio grazie a William Berger nel personaggio folle nero-vestito chiamato "Bibbia", per via del sacro testo inseparabile che ama recitare anche nelle occasioni più estreme, per uno di quegli aspetti che hanno reso grande il western all'italiana, capace di intuizioni bizzarre testimoniate anche nell'arma utilizzata: un fucile micidiale a sette canne circolari (!). I due si aprono la strada, a inizio film, con una serie di secche e veloci sparatorie che falciano numerosi avversari, la conta dei morti diviene subito difficoltosa. Sempre nel prologo si riconosce il faccione del grande Mario Brega che poi si defila per rientrare verso il finale.

"Una Lunga Fila di Croci" è infestato da una gang di criminali mezzi-messicani e mezzo-sangue guidati dal deciso Fargo, un signorotto che si è fatto una posizione calpestando le vite altrui e indurito da un passato doloroso che viene introdotto da alcuni flash-back in bianco e nero. Fargo ha il volto di Riccardo Garrone, fratello del regista, che molti conoscono in tempi recenti per una nota pubblicità in Paradiso insieme allo showman Bonolis, in verità la filmografia dell'interprete è invidiabile e ultra-decennale e anche in questa occasione traspare la grande professionalità. Intanto le violenze e carneficine si moltiplicano, decine di peones vengono massacrati e a farne le spese anche degli sprovveduti soldati colti di sorpresa, per sequenze di sparatorie dal montaggio veloce e ben coordinate dai super-impegnati stuntmen.

A infondere un tocco di leggiadra bellezza è la Maya di Nicoletta Machiavelli che cade nelle mire di Fargo, la ragazza è vittima delle prepotenze e segue con dolore il destino di alcuni conoscenti messicani, la tragica sotto-trama della coppia di sposini, ma in suo aiuto accorre Brandon che dimostra di avere sotto la scorza di assassino un cuore giusto e altruista. Murdock detto "Bibbia" è una canaglia notevole che da del filo da torcere a tutti, anche se non disdegna la compagnia femminile di una indigena, alcune delle sequenze migliori lo vedono all'opera con il fidato fucile dai proiettili inesauribili. Il finale, preceduto da pestaggi, torture e colpi di scena piuttosto prevedibili, è un ulteriore rimando di Leoniana memoria: si giunge a un triello decisivo come ne "Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo" (1966), di sicuro meno epico ma efficace. Bel film western made in Italy.

Paese: Italia
Rating: 7/10