Aggiornato il Agosto 12, 2010 da Il Guru dei Film
Una banda di rapinatori in fuga nei grandi spazi americani, un film diretto e interpretato da Kiefer Sutherland.
Raymond esce dal carcere e ritrova la fidanzata Addy, alcuni mesi dopo i due si uniscono allo psicotico Curtis e a Marcus per effettuare una rapina ai danni di uno spacciatore. Il colpo si rivela un disastro e ci scappa il morto, la banda inseguita dalla polizia riesce a fuggire. I problemi si complicano, la droga rubata appartiene alla mafia che sguinzaglia i suoi uomini sulle tracce dei quattro fuggiaschi. Raymond e Curtis vogliono liberarsi della refurtiva e puntano verso il Messico, intanto lungo la strada sequestrano una coppia di coniugi e il loro camper.
Una bella prova estemporanea per il noto attore Kiefer Sutherland, poco più che 30enne ma attivissimo da anni ("Lost Boys", "The Vanishing"), alle prese con la regia di un action-pulp passato inosservato all’epoca e confuso con una serie di pellicole dello stesso tenore. In effetti "Viaggio senza ritorno" fa poco o nulla per distinguersi dai modelli che lo ispirano, con molta probabilità la pellicola è uno "sfogo artistico" di Sutherland, a briglie sciolte e piena di divertimento, il biondo e simpatico Kiefer si ritaglia anche la parte dello schizzato killer Curtis dal grilletto facile. Sono gli anni del fenomeno Tarantino e anche in questo caso si sentono gli influssi pesanti e dopo il bel prologo, che segue l’uscita dal carcere di Raymond (l’attore culto per eccellenza degli anni 90 Vincent Gallo, "Fratelli", "Buffalo 66"), nei pressi di una tavola calda si ritrovano i quattro interpreti principali intenti in un dialogo surreale, che prende via 5 minuti buoni, intorno alle possibilità di una monetina di atterrare in equilibrio, non siamo dalle parti di "Pulp Fiction" (1994) ma l’intento di emulazione è piuttosto evidente.