Aggiornato il Maggio 19, 2006 da Il Guru dei Film
Nel suo nuovo film Pedro Almodovar abbandona le cupezze di La mala educacion e ritrova le atmosfere, l'umorismo degli inizi puntando ancora una volta su un cast al femminile. Il ritorno di Carmen Maura e la performance di Penelope Cruz, nella prova migliore della sua carriera.
Pedro Almodovar torna alle atmosfere da commedia che lo hanno reso famoso. Volver, titolo anche di uno dei più celebri tango della storia (nella colonna sonora si ascolta l'intensa versione di Estrella Morente, star del Flamenco), è un film al femminile, corale, ambientato tra Madrid e la Mancia, dove il regista è nato, che abbandona le cupezze di La Mala Educacion e ci restituisce l'umorismo paradossale e il clima surriscaldato tipici dello stile dei primi film almodovariani.
Anche se non offre spunti o soluzioni nuovi, Volver è tutto costruito attorno a un tema nuovo per l'autore di Tutto su mia Madre, l'influenza che i morti esercitano sulla vita dei vivi. Un tema che acquista un senso tutto particolare quando si pensa che Almodovar racconta la sua Mancia come una terra dove le donne campano a lungo e gli uomini muoiono giovani. Non a caso la scena iniziale vede un gruppo di donne che, in un cimitero, strofinano furiosamente le tombe dei loro cari, nel corso della cerimonia che propizia il loro ritorno tra i vivi.
Tanto per dire, l'unico personaggio maschile di un certo rilievo, il Paco di Antonio de la Torre, padre non certissimo della figlia della protagonista, viene ucciso a revolverate dalla cognata che aveva tentato di violentare.
Tra queste donne c'è anche Raimunda (Penelope Cruz), addetta alle pulizie dell'aeroporto di Madrid dove, dalla Mancia dov'è nata e cresciuta, si è trasferita insieme a Sole, sua sorella che fa la parrucchiera (Lola Duenas). Raimunda ha una figlia, Paula (Yohana Cobo).
La madre delle due ragazze, Irene (Carmen Maura) è morta qualche anno prima insieme al marito in un incendio piuttosto misterioso nel corso del quale è scomparsa anche la madre di Agustina (Blanca Portillo) che ora si occupa di Paula (Chus Lampreave, l'attrice più amata da Almodovar insieme a Carmen Maura), la sorella di Irene che vive ancora nel villaggio della Mancia.
Attraverso una serie di eventi, la morte violenta di Paco e quella di Agustina, si scopre che Irene è tornata sulla terra per assistere la sorella nelle sue ulttime ore di vita e aiutare la figlia nel negozio di parrucchiera fingendosi un'immigrata russa.
Volver è un concentrato dei classici temi almodovariani dal realismo comico al melodramma bucolico fino alla celebrazione della Donna, la crudeltà dei reality show, l'omaggio al cinema classico (in questo caso Bellissima di Visconti).
Mancano, questa volta, transessuali e storie d'amore. In compenso, in questo film dove gli uomini sono o morti o superflui, aleggia costantemente un'atmosfera sovrannaturale ben filtrata nella storia attraverso la psicologia dei personaggi e da uno scriìpt libero da quei colpi di scena che stavano diventando un'inutile forzatura dei racconti di Almodovar.
Secondo una tradizione consolidata, uno dei punti di forza è il cast: in Spagna la scena è stata rubata dal ritorno di Carmen Maura, uno dei volti più conosciuti e amati dai fan di Almodovar, dopo diversi anni di separazione. Ma la vera star di Volver è Penelope Cruz che, secondo la maggior parte della critica internazionale, ha dato qui la sua migliore prova professionale, dando vita a un personaggio di donna sensibile, insicura e per questo realistica, commovente che ricorda le casalinghe del Neorealismo realistico.
Paolo Biamonte
Anche se non offre spunti o soluzioni nuovi, Volver è tutto costruito attorno a un tema nuovo per l'autore di Tutto su mia Madre, l'influenza che i morti esercitano sulla vita dei vivi. Un tema che acquista un senso tutto particolare quando si pensa che Almodovar racconta la sua Mancia come una terra dove le donne campano a lungo e gli uomini muoiono giovani. Non a caso la scena iniziale vede un gruppo di donne che, in un cimitero, strofinano furiosamente le tombe dei loro cari, nel corso della cerimonia che propizia il loro ritorno tra i vivi.
Tanto per dire, l'unico personaggio maschile di un certo rilievo, il Paco di Antonio de la Torre, padre non certissimo della figlia della protagonista, viene ucciso a revolverate dalla cognata che aveva tentato di violentare.
Tra queste donne c'è anche Raimunda (Penelope Cruz), addetta alle pulizie dell'aeroporto di Madrid dove, dalla Mancia dov'è nata e cresciuta, si è trasferita insieme a Sole, sua sorella che fa la parrucchiera (Lola Duenas). Raimunda ha una figlia, Paula (Yohana Cobo).
La madre delle due ragazze, Irene (Carmen Maura) è morta qualche anno prima insieme al marito in un incendio piuttosto misterioso nel corso del quale è scomparsa anche la madre di Agustina (Blanca Portillo) che ora si occupa di Paula (Chus Lampreave, l'attrice più amata da Almodovar insieme a Carmen Maura), la sorella di Irene che vive ancora nel villaggio della Mancia.
Attraverso una serie di eventi, la morte violenta di Paco e quella di Agustina, si scopre che Irene è tornata sulla terra per assistere la sorella nelle sue ulttime ore di vita e aiutare la figlia nel negozio di parrucchiera fingendosi un'immigrata russa.
Volver è un concentrato dei classici temi almodovariani dal realismo comico al melodramma bucolico fino alla celebrazione della Donna, la crudeltà dei reality show, l'omaggio al cinema classico (in questo caso Bellissima di Visconti).
Mancano, questa volta, transessuali e storie d'amore. In compenso, in questo film dove gli uomini sono o morti o superflui, aleggia costantemente un'atmosfera sovrannaturale ben filtrata nella storia attraverso la psicologia dei personaggi e da uno scriìpt libero da quei colpi di scena che stavano diventando un'inutile forzatura dei racconti di Almodovar.
Secondo una tradizione consolidata, uno dei punti di forza è il cast: in Spagna la scena è stata rubata dal ritorno di Carmen Maura, uno dei volti più conosciuti e amati dai fan di Almodovar, dopo diversi anni di separazione. Ma la vera star di Volver è Penelope Cruz che, secondo la maggior parte della critica internazionale, ha dato qui la sua migliore prova professionale, dando vita a un personaggio di donna sensibile, insicura e per questo realistica, commovente che ricorda le casalinghe del Neorealismo realistico.
Paolo Biamonte