War of the Arrows (2011)

Aggiornato il Gennaio 24, 2013 da Il Guru dei Film

War of the ArrowsFrecce, sangue e inseguimenti nella Corea invasa dai Manchu. Nam-yi ha giurato di proteggere la sorella minore Ja-in dopo che il padre si è sacrificato per salvarli nel corso di un agguato. Diversi anni dopo la bella Ja-in convola a nozze con l’amico Seo-goon, nel giorno della cerimonia Nam-yi preferisce andare a caccia in montagna, quando scorge da lontano l’arrivo di decine di guerrieri: soldati Manchu che hanno sconfinato per invadere il paese.

Nam-yi arriva tardi, il villaggio è stato messo a ferro e fuoco e i sopravvissuti deportati, tra questi anche i due sposi, il ragazzo armato di un arco elimina alcuni soldati cinesi rimasti sul posto e inizia una rincorsa per il salvataggio. Il generale Manchu Jyuushinta intuisce che l’uomo armato di arco è un osso duro, a sua volta, insieme a un manipolo di guardie scelte, si mette sulle tracce di Nam-yi con la determinata ferocia che lo contraddistingue.

War of the Arrows

Tra i recenti film d’azione asiatici in costume, per lo più cinesi (wuxia), il (sud) coreano “War of the Arrows” svetta per efficacia e un ricorso agli effetti speciali moderato, in contro tendenza a una pratica che da quelle parti ha raggiunto picchi anche troppo  invasivi. Il poco conosciuto, in occidente, regista Kim Han-Min (Haendeupon) mette in mostra una tecnica sorprendente, capace di esaltare la spettacolarità di una vicenda non proprio originale con un senso dell’azione incessante e di grande realismo. La vera particolarità è però la presenza di un’arma poco contemplata al cinema: l’arco. Tutti i contendenti sono armati di arco e frecce, i maggiori scontri si consumano a colpi di micidiali saette sibilanti, riprese in vorticose traiettorie che rendono “War of The Arrows” un’esperienza balistica degna dei migliori action-noir di Hong Kong. E, una volta tanto, si può stare tranquilli: l’abusato effetto bullet-time è attenuato, al contrario i visual effects sono ottimizzati per rendere le  traiettorie e l’impatto delle frecce il più credibili possibile.

Sempre per restare nel comparto degli effetti speciali arriva comunque qualche sbavatura, la tigre (non di Pi) che si materializza per poco a portare scompiglio, ma sono piccoli errori veniali che non intaccano lo spirito d’avventura intriso di pericolo. “War of the Arrows” è un sorta di survival, una caccia all’uomo, i protagonisti hanno diversi obiettivi ma tutti inseguono qualcuno da salvare o/e uccidere. Per rimanere in Corea del Sud, il film di Kim Han-Min ricorda altri film connazionali (“Il Potere della Spada”) e prende spunto da avvenimenti storici reali, la seconda invasione Manchu in Corea (anno 1636), ma il riferimento principale sembra essere “L’Ulltimo dei Mohicani” di Mann, i punti di contatto, oltre alla trama, sono l’ambientazione montana, un senso drammatico di vendetta e rivalsa e le corse a perdifiato in mezzo alle foreste.

“War of the Arrows” è un film emozionante e violento sin dal prologo, con la drammatica fuga della coppia di fratellini braccati da guerrieri e temibili segugi mentre si consuma il sacrificio del loro padre, il cui solo ricordo rimasto è un arco. Per l’intensità e la commozione sprigionate in questi primi minuti, quasi dispiace non vedere in seguito i piccoli attori interpretare i personaggi protagonisti, divenuti ormai adulti 13 anni più tardi. La tensione drammatica però si mantiene sugli stessi registri, inoltre entrano in scena Park Hae-il, visto nei film cardine “Memories of Murder” e “The Host”, nel ruolo dell’eccezionale arciere Nam-yi e il suo avversario interpretato da uno strepitoso Ryoo Seung-ryong, il generale Manchu Jyuushinta. I due sono al centro di una lotta spietata tra agguati e inseguimenti che occupano buona parte della pellicola, spesso priva di dialoghi, immersa tra le rocce e la fitta vegetazione che fungono da affascinante e selvaggio scenario.

Da segnalare il montaggio eccezionale delle sequenze d’azione, a tenere i livelli di adrenalina sempre al massimo, sino a dettare i tempi del fantastico scontro a distanza dentro una gola rocciosa, che serve da preludio al grande finale (western) su un’enorme prato battuto dal vento, utile per calcolare l’ultima freccia da scagliare. Gli invasori cinesi Manchu sono delineati come esseri spregevoli, i responsabili della deportazione di migliaia di civili che non manca di essere descritta con scene di violenza e prevaricazione, emerge comunque il valore guerriero di Jyuushinta e la fratellanza d’armi dei suoi uomini. Sullo sfondo rimangono impressi altri degni comprimari, come la simpatica coppia di amici che si unisce all’eroe Nam-yi e la bella Ja-in di Moon Chae-won e diverse sequenze di raccordo sempre accomunate da una elevata spettacolarità (l’intrusione nel campo Manchu, ecc.). Grande successo in patria, un film da non perdere.

Titolo Originale: “War of the Arrows” (intern.)
Paese: Corea del Sud
Rating:8/10