Aggiornato il Novembre 18, 2008 da Il Guru dei Film
Il secondo film ispirato al romanzo "Io sono leggenda" con un indimenticabile Charlton Heston.
Un olocausto batteriologico ha messo in ginocchio l’umanità, solo il Colonnello Robert Neville ([[Charlton Heston]]) è sopravvissuto grazie a un siero di sua invenzione. Neville si aggira solitario a Los Angeles minacciato da una progenie di uomini, trasformati dal contagio chimico in creature albine della notte, decisi a ucciderlo per cancellare l’ultimo rappresentate di un era ritenuta barbarica e ingiusta.
Pochi anni dopo il delizioso "L’ultimo uomo della terra" (1964) con [[Vincent Price]] viene prodotto un nuovo adattamento del romanzo "Io Sono Leggenda" (1954) di Robert Matheson, un film a colori realizzato da un regista proveniente dal circuito televisivo: Boris Sagal (morto tragicamente nel 1981 falciato da una pala di elicottero), ricordato anche per avere diretto diversi episodi delle celebri serie "Alfred Hitchcock presenta" e "Ai confini della realtà".
"1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra" è un’opera che non ricorre a ingenti capitali, girata nelle vie di Los Angeles durante i giorni non lavorativi, ma anche restia all’utilizzo di effetti speciali ed anzi, improntata a un forte realismo che in parte allontana l’aderenza al testo originale: i vampiri di Matheson sono sostituiti con una razza strutturata come una setta poco mostruosa, ma non meno letale.
Il fascino principale della pellicola è raffigurato comunque da Charlton Heston ("Ben Hur", "Il pianeta delle scimmie", "Il seme della follia"), granitico protagonista di memorabili passaggi: il prologo mentre guida una macchina sportiva nelle vie desolate della città, all’interno della sua casa-bunker intento a una partita a scacchi con il busto di Giulio Cesare, in perlustrazione armato di mitra e vestito con una tuta blu e berretto militare (grande!).
Si respira pienamente l’onda di cambiamento culturale che gli Stati Uniti attraversano in quel periodo (tutt’oggi mitizzato), a cavallo tra gli anni 60 e 70, non a caso Neville tenta di rivivere brandelli di umanità guardando il concerto di Woodstock (1969) in una sala abbandonata, inoltre compaiono altri riferimenti neanche troppo celati nella rappresentazione degli inquietanti uomini albini dalle palpebre vuote, vestiti come monaci oscurantisti, che ricordano la "family" di [[Charles Manson]] (il lato dark della contro-cultura hippy).
Vi sono anche schegge di [[blaxploitation]] (genere anch’esso ai primordi nel fatidico 1971) nella figura della sexy-ragazza nera che incontra il protagonista e di un componente della setta, muniti della tipica capigliatura afro primi anni 70, mentre il personaggio di Dutch interpretato da Paul Koslo sembra un motociclista freak uscito da "[[Easy Rider]]" (1969).
Nonostante qualche calo di tensione, soprattutto nella parte centrale, il film si mantiene su buoni ritmi sino a un finale carico di simbolismi religiosi che vede l’immolazione di Neville come un nuovo Cristo dell’umanità: colpito al costato da una lancia e riverso a braccia aperte in un bagno di sangue.
Nel 2007 è uscita un’altra rivisitazione del testo sacro di Matheson: il kolossal-horror "[[Io Sono Leggenda]]".
Tit. originale: The Omega Man
Paese: USA
Rating: 7/10