Aggiornato il Maggio 14, 2014 da Il Guru dei Film
Torna uno dei mostri più famosi della storia del cinema, restituito alla sua vecchia identità dopo l’infelice esperimento del 1998 di Roland Emmerich.
Il nuovo Godzilla, diretto da Gareth Davis, ha un merito sicuro: restituire il mostro alla sua identità storica, dopo lo scempio perpetrato nel 1998 da Roland Emmerich.
E non si tratta solo di una questione di fisico (anche se fa ridere parlare di fisico per un mostro che potrebbe ospitare al suo interno un hotel) ma anche della sua storia come quando riduceva in polvereTokyo e sfidava mostri altrettanto spaventosi.
Con l’arrivo del 3D Godzilla non solo acquista in spettacolarità ma finisce per diventare nientedimeno che l’unica speranza di salvezza per l’umanità. Che può sembrare una gag, tipo risolvere il problema dell’educazione di ragazze abbandonate affidandole a Berlusconi, ma nel caso di Godzilla funziona davvero.
Già perché per dirla in breve, a causa delle malefatte dell’uomo, sulla Terra compaiono i MUTO (acronimo per Massive Unidentified Terrestrial Organism),bestioni non identificati che si nutrono di scorie nucleari e sono in grado di distruggere intere zone di una metropoli con un colpo di coda.
Per eliminarli ci vuole Godzilla.
E questa è una parte del film: l’altra è quella dedicata agli umani con gli scienziati che hanno il loro da fare per trovare una risposta ad alcuni rovinosi fenomeni provocati appunto dalla follia umana e dall’incoscienza.
Gareth Davis non fa nulla per nascondere che le vicende umane (almeno in questo film) gli interessano poco: non per niente, proprio come accadeva una volta, il personaggio migliore è proprio il buon vecchio incazzosissimo Godzilla.
Paolo Biamonte
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