Aggiornato il Agosto 7, 2013 da Il Guru dei Film
L’evoluzione del surf, da espressione della controcultura a fenomeno mainstream, raccontata attraverso le vicende di due fratelli nell’Australia degli anni ’70. Con Sam Worthington.
Drift – Cavalca l’onda ha un presupposto interessante e un inizio bellissimo. Il presupposto è raccontare, basandosi su eventi reali e dal punto di vista dell’Australia, l’evoluzione del Surf a partire dagli anni ’70 quando, da puro prodotto della controcultura, sfruttando le innovazioni tecnologiche, comincia a diventare un fenomeno mainstream.
Una vicenda questa, sia detto per inciso, raccontata in modo straordinario da Jeffrey Peralta nelle strepitoso docufilm Riding the Giants.
L’ìnizio invece sorprende i due fratelli protagonisti all’alba della vicenda quando fuggono da un padre violento e cominciano a vivere il loro legame con il surf e le onde. E proprio attraverso le onde passiamo, dal bianco e nero del prologo al colore del racconto vero e proprio.
Naturalmente c’è molto surf e ci sono molte onde ma non aspettatevi nè Un Mercoledì da Leoni nè Point Break, per capirsi.
Ben Nott e Morgan O’Neill, i due registi, preferiscono privilegiare l’aspetto culturale della storia che alla fine è la cronaca delle resistenze che le innovazioni tecnologiche, (i nuovi materiali, le dimensioni ridotte delle tavole, il design e le mute) incontrano rispetto alla voglia di conservazione dei tradizionalisti e anche di un pusher con cui i due fratelli hanno il loro da fare.
A rinforzare il cast Sam Worthington che con il suo fisicaccio fa naturalmente un figurone.
Paolo Biamonte
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