Aggiornato il Novembre 18, 2008 da Il Guru dei Film
Dopo avere fatto incetta di premi nei festivals di mezzo mondo arriva nelle sale "The Orphanage", un horror spagnolo che promette brividi ed emozioni.
Laura torna nell’orfanotrofio dove ha vissuto l’infanzia con l’intenzione di restaurarlo e aprire una casa di cura per bambini disabili e malati. Al suo fianco ci sono il marito Carlos e il figlio Simon affetto da Hiv, tutto sembra andare per il meglio nonostante gli strani giochi del piccolo Simon con un "amico immaginario" che vede solo lui. Nel giorno dell’inaugurazione, durante una festa in maschera, il mondo cade addosso a Laura: Simon sembra svanito nel nulla.
"[[The Orphanage]]" prosegue la tradizione del recente cinema fantastico spagnolo che ama coniugare gli spaventi con la commozione, si pensi a "[[La Spina del Diavolo]]" (2001) di [[Guillermo Del Toro]] o "[[Fragile]]" (2006) di Jaume Balaguero, una concezione di intendere il genere horror che obbliga ad aprire ferite mai rimarginate e legate, spesso e volentieri, a un passato doloroso e dimenticato.
Il regista Juan Antonio Bayona, praticamente all’esordio dopo un paio di corti interessanti, si dimostra abile nel gestire una storia dallo stampo classico che ha nella sceneggiatura di Sergio G. Sanchez uno dei punti di forza, uno script ad orologeria che sbanda forse solo negli (in)evitabili contro-finali. "The Orphanage" soddisfa i cultori degli horror d’atmosfera che vedono nell’ambientazione uno dei motivi di richiamo, in questo caso la drammatica vicenda si svolge in un’isolata magione situata nei pressi di una spiaggia in cui troneggia un faro spento. Le riprese sono state effettuate nella regione dell’Asturia (Spagna), vicino Llanes.
La pellicola è girata con grande professionalità ma non provoca quel genuino senso di paura che vorrebbe trasmettere, il rischio è quello di risultare troppo calligrafici a discapito dei veri momenti forti che faticano ad emergere nonostante la presenza inquietante di alcuni personaggi come Thomas, il bambino con il sacco in testa. I clichés della paura che si tramandano dai tempi dei classici del calibro de "Gli Invasati" e "Suspence" (porte che si chiudono da sole, rumori sinistri, ombre sfuggenti, apparizioni, ecc.) sono tutti snocciolati in "The Orphanage" con dovizia di particolari, compaiono anche l’immancabile passaggio segreto e vecchie bambole che sono spaventose di loro natura.
Per movimentare la vicenda c’è anche l’intermezzo di uno pseudo esperimento paranormale eseguito da una medium, una scheletrica [[Geraldine Chaplin]] (figlia del grande [[Charlie Chaplin]]), che tenta di stanare le forze misteriose imprigionate nel vecchio orfanotrofio con l’ausilio tecnologico di alcune telecamere a circuito chiuso. Questo è uno dei tentativi disperati di Laura per trovare una risposta alla scomparsa del figlio Simon, il personaggio della combattiva madre è interpretato dalla brava Belen Rueda che aveva già conosciuto una certa notorietà internazionale con il film "Mare Dentro" (2004). L’attrice è protagonista dei momenti più toccanti della pellicola, in particolare il suo rapporto con il figlio è il perno centrale su cui ruota una vicenda di solitudine e malattia che ha colpito un gruppo di sfortunati orfanelli, anche qui però traspare una freddezza di fondo che smorza lo slancio emotivo di "The Orphanage" e vanifica, in parte, la costruzione di una storia coinvolgente.
Film campione d’incassi in patria e dal discreto riscontro internazionale si può accostare ad altre recenti pellicole meno fortunate, comunque molto simili per tematiche ed ambientazioni come "Saint Ange" (2004), "The Dark" (2005) e il nostrano "Il Nascondiglio" (2007). Gli americani hanno già acquistato i diritti per un futuro remake, il produttore che porta il nome altisonante di Guillermo Del Toro ([[Il Labirinto del Fauno]], [[Hellboy – The Golden Army]]) gongola.
Tit. originale: "El Orfanato"
Paese: Messico/Spagna
Rating: 6/10