Aggiornato il Novembre 7, 2012 da Il Guru dei Film
In uno dei migliori film della stagione, Ben Affleck ricostruisce l’incredibile vicenda che portò al salvataggio di sei ostaggi americani ai tempi della rivoluzione iraniana. Con Alan Arkin e John Goodman.
Argo è uno dei migliori e più originali film della stagione e Ben Affleck, dimostra di essere un regista di alto livello.
Argo trasforma in cinema una storia vera cui si fa fatica a credere e che è stata tenuta segreta per 18 anni. Alla fine degli anni ’70, dopo la fuga dall’Iran dello Scià Reza Pahlevi, scoppia la crisi degli ostaggi americani, quando l’ambasciata Usa viene presa d’assalto e i suoi impiegati vengono tenuti prigionieri per 400 giorni. In sei però riescono a trovare rifugio nell’ambasciata del Canada. Argo racconta l’incredibile, eppure vero, piano portato a termine per farli tornare a casa. Tony Mendez, uno dei referenti della CIA a Teheran, ha il colpo di genio: insieme a dei professionisti di Hollywood mette in piedi la finta produzione di un immaginario film di fantascienza, una sorta di Star Wars, da girare in Iran. E quando le autorità locali accettano di concedere location e autorizzazioni, i sei rifugiati nell’ambasciata canadese vengono fatti passare per tecnici della troupe e dunque ottengono l’autorizzazione a tornare a casa. Il titolo del film era Argo.
Con un’idea e una trama così uno sceneggiatore ci fa una carriera. Affleck, che di script se ne intende visto che ha vinto un Oscar per la sceneggiatura di Will Hunting genio ribelle, ne ha tirato fuori un esempio di grande intrattenimento valorizzando tutti i possibili registri della storia. Cominciando dalla perfetta ricostruzione storica, passando per l’inevitabile dramma di guerra, la commedia, il thriller, la suspense, perfino l’inchiesta.
Il registro della commedia è affidato alla parte hollywoodiana della storia dove due giganti come Alan Arkin, nel ruolo del produttore, e John Goodman, in quello di uno specialista del make up, ai bordi della piscina di un hotel di Beverly Hills, mettono in piedi la produzione del finto film come se dovessero affrontare quella di un blockbuster ma anche ai momenti in cui il protagonista, Tony Mendez-Ben Affleck, sottopone le pagine della sceneggiatura e le immagini del progetto alle autorità rivoluzionarie dell’Iran.
E’ la cura con cui sono trattati i vari aspetti della storia a rendere speciale questo film: i cambi di registro, lo studio dei personaggi, dei meccanismi dello spionaggio, del cinema di genere.
Tra i ruoli di contorno meritano una citazione almeno Bryan Cranston, il capo della CIA che autorizza l’operazione e Victor Garber, il coraggioso ambasciatore canadese.
Paolo Biamonte
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