Aggiornato il Aprile 21, 2011 da Il Guru dei Film
Un mondo (post)apocalittico popolato da un'umanità cieca.
Qualcosa di strano accade per le strade di una grossa città, alcune persone si accorgono, all'improvviso, di avere perso la vista. Il fenomeno inspiegabile comincia a diffondersi a macchia d'olio. La situazione precipita anche per un medico che, insieme ad altre decine di vittime, viene rinchiuso in una vecchia struttura ospedaliera in quarantena; per sua fortuna è aiutato dalla moglie, al momento immune dalla piaga, che lo segue nel carcere-ospedale spacciandosi per malata. All'interno dell'edificio inizia un calvario fatto di sopprusi e violenze, intanto il mondo è sconvolto dall'epidemia che ormai sembra inarrestabile.
Forse è ancora presto per dirlo ma gli ultimi anni segnati da insistite produzioni post-apocalittiche sono un sintomo (in)diretto di un mondo reale sempre più pericoloso e dal futuro incerto. Non che i momenti di crisi nel passato siano mancati, anzi, ma lo stato attuale delle cose assomiglia sempre di più a un film di cupa fantascienza, condito di guerre di ogni tipo, malattie e catastrofi naturali(?), chissà ancora per quanto tempo potremo dire la consolatoria frase "in fondo è solo un film". "Blindness" è un film del 2008 ma la sempre più deludente distribuzione italiana lo immette solo ora, e solo direct to video, un'avventura angosciante ispirata da un romanzo del 1995 di José Saramago che descrive un mondo in rovina, colpito da un flagello tremendo nella sua semplicità: la cecità.
Il regista Fernando Meirelles, venuto alla ribalta con "City of God" (2002) e "The Constant Gardener – La cospirazione" (2005), mantiene le direttive di Saramago e ambienta la vicenda in una grossa città indefinita, anche la collocazione temporale non è specificata nonostante si intuisca molto vicino ai nostri giorni, l'attenzione è rivolta a un'umanità variegata persa, non solo nel traffico delle città, ma anche nella sua essenza interiore che si riflette nella società contemporanea incurante della sofferenza e l'ingiustizia e, appunto, cieca di fronte al vuoto e la disperazione che attanagliano ogni singolo individuo. In maniera sistematica diverse persone cominciano a percepire una luce bianca che appanna ogni immagine, confonde la mente e rinchiude la vittima in una paura incontrollabile, ancora vivi ma persi nel vuoto del mondo. Non vi è nessun riferimento scientifico o ricerca del misterioso morbo, lungo tutta la pellicola mancano appigli e non resta che una disperata lotta per la sopravvivenza sotto la costante minaccia di sopraffazione.