Aggiornato il Aprile 23, 2009 da Il Guru dei Film
Quattro storie personali nella città di Londra si incrociano in apparenza casualmente sospese tra la realtà e un mondo parallelo governato da una società sottomessa a forze religiose. Una ragazza artista con tendenze suicide, un giovane in cerca dell’amore innocente e puro, un padre sconvolto dalla scomparsa del figlio e un killer mascherato in cerca di un uomo da uccidere nella fantastica città di mezzo, sono i personaggi di un quadro indecifrabile che svela lentamente un destino comune.
A circa un’ora di pellicola si insinua nello spettatore il dubbio che “Franklyn” non sappia dove andare a parare, purtroppo la pellicola di McMorrow sceglie uno stile narrativo pretenzioso per comporre quello che nelle intenzioni vuole essere un mosaico di emozioni e tensioni appassionanti, in realtà quando il finale chiarificatore giunge viene interpretato più come una liberazione quanto il coronamento di un’opera visionaria.
Gregor McMorrow con un solo corto alle spalle, “Thespian X“, riesce a trovare dei finanziamenti valutati intorno ai 12 milioni di dollari per il suo primo lungometraggio che per atmosfere e situazioni si può inserire nel filone del cinema fantastico-noir, un genere celebrato da illustri predecessori come “Blade Runner” (1982) e “Dark City” (1998) senza dimenticare diverse opere di Tim Burton che “Franklyn” non può fare a meno di citare, soprattutto, nella rappresentazione della “città di mezzo” composta da agglomerati neo-gotici costruiti in un futuro imprecisato dal sapore steampunk.