Aggiornato il Novembre 15, 2007 da Il Guru dei Film
Tit. originale: Halloween
Paese: U.S.A
Il primo vero horror diretto da John Carpenter, dopo il fantascientifico “Dark Star” e l’action “Distretto 13 brigate della morte”, è una pietra angolare del cinema del terrore, intatto nella sua bellezza a distanza di decenni.
Haddonfield, Illinois, 1963. Il piccolo Michael Myers, nella notte di Halloween, uccide la sorella a coltellate e quindi viene rinchiuso in un istituto psichiatrico. Il dott. Sam Loomis (Donald Pleasence), che si occupa delle cure, intuisce la natura malevola e incontrollabile del bambino. Quindici anni dopo M. Myers evade dall’istituto alla vigilia di Halloween: un vero boogeyman si aggira assetato di sangue per le strade di Haddonfield, dove Laurie Straude (J.L. Curtis) conduce la sua vita tranquilla di studentessa e baby-sitter.
In fondo il sotto-filone slasher (“to slash”, ferire profondamente con una lama affilata) esiste almeno dai tempi di “Psycho” (1960), e se con “Black Christmas, un Natale Rosso Sangue” (1974) vengono poste le basi moderne, è solo con il film di Carpenter che il termine viene codificato, tanto che le regole non scritte del genere provengono quasi tutte da “Halloween”.
Il regista assorbe la lezione di Hitchcock e Clark e la piega al suo talento visivo, ma soprattutto decreta la nascita di una delle icone horror più amate, M. Myers, il boogeyman mascherato indistruttibile e indecifrabile.
Non si può non citare il prologo con il piano-sequenza (il più famoso del genere horror?) in soggettiva del piccolo M. Myers, è già un chiaro messaggio, la tecnica di ripresa in “Halloween” è rivoluzionaria, tanto quanto le steadycams usate dall’operatore Ray Stella per ricreare situazioni realistiche e coinvolgenti.
Il tema sonoro composto dallo stesso Carpenter, ispirato dagli esercizi musicali impartiti dal padre durante l’infanzia, è fenomenale e ormai entrato nell’immaginario, perfetto nel suo incedere ossessivo e inquietante.
Un’altra circostanza favorevole è la scelta degli attori, Donald Pleasence è un Dott. Loomis indimenticabile nella sua ambiguità, Jamie Lee Curtis è la scream-queen per antonomasia tanto quanto la madre Janet Leigh (“Psycho”), l’attrice incarna un retaggio citazionistico che non è lasciato al caso: durante la pellicola i protagonisti guardano alla tv “La cosa di un altro mondo” di H. Hawks (notoriamente il regista preferito di Carpenter) e il classico sci-fi “ll pianeta proibito”.
Il film è un’architettura della paura, non serve all’autore mostrare il sangue (curioso, anche nell’altro film-zenith degli horror 70’s, “Non aprite quella porta”, succede lo stesso), contano principalmente le suggestioni e le zone d’ombra, letteralmente, si guardi la sequenza della maschera di Michael Myers che emerge dal buio di un angolo nascosto (questo è il cinema horror!), anche gli omicidi sono centellinati, la cura dei personaggi è centrale rispetto ai film dell’ultima generazione che puntano su ben altro, quando la morte arriva è di pura sofferenza e appare nella sua spietata brutalità.
Michael Myers rappresenta la “banalità” del male, puoi combatterlo ma non puoi sconfiggerlo. Ecco allora perche le sequenze finali, che inquadrano gli ambienti delle case violate dalla sua furia, fanno paura più di un qualsiasi effetto splatter ripreso dalla migliore telecamera digitale del mondo.
A fronte di un budget di 300.000 $ il film ha incassato circa 47 milioni di $, risultando uno dei film indie con più successo nella storia. La maschera che indossa Michael, resa irriconoscibile dai truccatori, riproduce le fattezze dell’attore William Shatner (il capitano Kirk di “Star Trek”). Un film straordinario.
Rating: 10/10