Aggiornato il Maggio 19, 2011 da Il Guru dei Film
La spiritualità di Clint Eastwood in un film sull'aldilà.
George è un operaio con poteri da sensitivo, Marie è una giornalista in crisi dopo la tragedia dello tsunami in Indonesia, Marcus è un ragazzino solo che soffre per la morte del fratello gemello. Gli strani risvolti della vita li faranno incontrare per confrontarsi sul mistero che attende ogni essere vivente: l'aldilà.
Trattare un tema scabroso e iettatorio come la morte e risultare leggeri, Clint Eastwood ci riesce con un film che sembra una riflessione sulla (sua) vita destinata, prima o poi, a finire. A 80 anni il mitico regista (attore) si spinge in territori inediti per il suo cinema, quelli del fantasy, senza mai eccedere in esagerazioni da blockbuster, il regno dei morti si percepisce appena solo come un luogo indistinto, popolato di ombre accecate da una luce bianca sullo sfondo. "Hereafter" parla della morte, convive con essa in ogni istante, ma è la forza vitale dei protagonisti a vincere e portare avanti un discorso che lega l'ultima fatica del regista con i precedenti lavori, a prima vista differenti e distaccati come il recente, e molto terreno, "Gran Torino". Certo si respira un'aria pesante e drammatica che favorisce il sospetto su una presunta e programmata commozione indirizzata a colpire lo spettatore, in tutti i casi è quasi impossibile non empatizzare con almeno uno dei tre caratteri principali che animano "Hereafter".
Un altro aspetto inedito per Eastwood è l'uso massiccio di effetti speciali, circoscritti nei primi minuti di pellicola, molto efficaci nel riprodurre il catastrofico tsunami occorso nel 2004 in Indonesia, visione ancora più agghiacciante oggi dopo la fresca tragedia in Giappone, un impressionante muro d'acqua in computer grafica che si abbatte su una località turistica del sud est asiatico. Disastro vissuto in prima persona da Marie, sopravvissuta per miracolo alla furia delle acque in cui è caduta agonizzante in uno stato sospeso tra la vita e la morte, pochi istanti che la segnano in modo indelebile. Lei, giornalista di successo e donna immagine rientra a Parigi ma il suo pensiero è rivolto a quella visione ultraterrena mentre era in balia dell'oceano. L'attrice che interpreta Marie è Cecile De France ("Nemico pubblico N.1"), francese come la lingua che si sente (non doppiata) nel segmento ambientato in Francia. La storia del piccolo Marcus è quella più triste e si riferisce al duro quadro famigliare in cui vive, senza padre e con una madre tossica e gli assistenti sociali a soffiare sul collo. La precaria serenità di Marcus crolla quando sopraggiunge improvvisa e ingiusta la morte del gemello Jason, una lunga sequenza ben costruita nelle strade di Londra.