Aggiornato il Giugno 12, 2009 da Il Guru dei Film
Richard Curtis racconta con affetto e divertimento gli anni eroici di Radio Caroline, la prima emittente pirata a trasmettere in inglese programmi di rock 24 ore al giorno. Con Philip Seymour Hoffman, Kenneth Branagh e la musica di Rolling Stones, Who, Kinks, Jimi Hendrix.
Purtroppo il nome Radio Caroline dirà pochissimo ai più giovani che, probabilmente, poco sanno in genere della stagione delle radio libere. Radio Caroline è il simbolo di una stagione irripetibile quando, all'inizio degli anni '60, il rock ha cambiato il mondo. Le sue trasmissioni cominciarono il 28 marzo 1964 a bordo di un mercantile ancorato in acque internazionali al largo delle coste del Suffolk, in Inghilterra. All'epoca l'unica stazione a programmare via etere il rock'n'roll era La Bbc che, mentre Beatles, Rolling Stones, Kinks, Animals e Who conquistavano il mondo, dedicava a questa musica due ore al giorno. Radio Caroline è stata la prima a trasmettere, in inglese (di radio pirata, come vennero definite ce n'erano altre) rock'n'roll 24 ore al giorno. La Bbc e il governo britannico fecero di tutto per bloccare quel progetto visionario e portatore di libertà: ma basta dire che, nonostante mille peripezie, Radio Caroline trasmette ancora oggi per far capire come sia andata a finire la vicenda.
I love radio rock è il film con cui Richard Curtis, sceneggiatore di Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, celebra gli anni eroici di Radio Caroline e dunque quella miracolosa stagione in cui i giovani di tutto il mondo, attraverso la nuova musica che arrivava dall'Inghilterra e dall'America, scoprirono un nuovo codice espressivo e un nuovo modo di vivere e sognare.
Ambientato nel 1966 a bordo della nave di Radio Caroline, ribattezzata Radio Rock, il film di Curtis ci porta direttamente nel cuore di quell'epoca attraverso l'adolescente Carl, cacciato dal liceo, viene spedito sulla nave e affidato alla custodia del padrino Quentin. Ovviamente per Carl è la scoperta di un mondo perché a bordo dove Quentin è una sorta di capo di un gruppo di dj che governa una sorta di libera repubblica del rock. Su tutti spicca il Conte, un come sempre gigantesco Philip Seymour Hoffman, un americano un po' sboccato che mette tutte le sue energie nei programmi con cui inonda di rock il continente. Insieme a lui c'è Midnight Mark, il preferito dal pubblico femminile, Small Hours Bob, un hippy che trasmette quando tutti gli altri dormono; Kevin dai riflessi lenti, Angus il tonto, Simon, sempre alla ricerca del vero amore. In più Gavin, dj di gran successo, che torna a bordo dopo un viaggio in America alla scoperta delle droghe ed entra in competizione con Il Conte. L'uomo scelto per rappresentare l'establishment che tenta inutilmente di blocare le radio libere è Dormandy, un ministro senza scrupoli affidato alle ottime cure di Kenneth Branagh.
Non ci vuole uno storico per sapere che gli anni '60 sono stati la scoperta della triade sesso, droga e rock'n'roll, uniti tra loro in modo indissolubile da una stagione in cui l'allargamento delle coscienze era un prassi quotidiana e ciascun elemento della triade era una chiave d'accesso a un mondo nuovo.
Per la verità, e per fortuna, Curtis privilegia il rock e il sesso, tanto di storie di droga ne sono piene le cineteche e tutti hanno imparato attraverso alcune disastrose vite di rockstar illustri che razza di casino siano stati gli eccessi chimici.
I love radio rock è un film in cui la era protagonista è la musica: il menu prevede, tra gli altri Rolling Stones, Kinks, Who, Aretha Franklin, Hollies, Otis Redding, Jimi Hendrix (citato anche attraverso un'orgia che riproduce la foto della copertina censurata di Electric Ladyland) più un'altra miriade di canzoni che ci raccontano un'epoca irripetibile. Tutti avremmo voluto fare come Carl che, beato lui, scopre il sesso, l'amore, capisce di essere cresciuto e ritrova il padre a bordo di Radio Caroline.
Paolo Biamonte