I Predatori di Atlantide (1983)

Aggiornato il Marzo 10, 2011 da Il Guru dei Film

Film: I Predatori di Atlantide

Scatenato e folle mix di generi anni 80 diretto da Ruggero Deodato.

 

Florida, 1994. La perdità di materiale radioattivo, proveniente da un sommergibile russo incagliato nei fondali, scatena un maremoto che fa riemergere un'isola, la perduta Atlantide. Nel disastro sono coinvolti due avventurieri, Mike e Washintong, che traggono in salvo i superstiti di una vicina piattaforma, il gruppo riesce a raggiungere la terra ferma che però scoprono essere infestata da un'orda di selvaggi assassini. Dopo una serie di scontri Mike e altri coraggiosi decidono di approdare sulla misteriosa isola al largo, il luogo di origine degli spietati nemici.

Incredibile e temerario b-exploitation film italiano girato in Florida e Filippine e diretto da Ruggero Deodato, il famigerato regista del controverso "Cannibal Holocaust" (1980). "I Predatori di Atlantide" viene inserito, di solito, nel filone post-atomico italiano ("Fuga Dal Bronx", "2019 Dopo la Caduta di New York", "Endgame", ecc.) ma i continui cambi di registro che avvengono incessanti nel corso della vicenda lo avvicinano, in pratica, a tutti i generi più in voga del periodo, dall'action, all'horror, alla fantascienza, sino al film d'avventura alla "Indiana Jones" richiamato sin dal titolo. Il prologo inoltre sembra un involontaria anticipazione del serial "Miami Vice", con la coppia multi razziale formata dagli avventurieri Mike e Washington che assalta la villa di un boss a Miami, quest'ultimo prelevato di peso e infilato dentro un sacco, senza troppi complimenti, dopo alcune sparatorie gratuite e inverosimili. Questi primi minuti non sono altro che il preludio a un action esagerato e assurdo in ogni singola sequenza e, soprattutto, privo di una qualsiasi logica.

Se si accetta di assistere a un delirio è facile quindi provare gusto, nel vedere sino a che punto riesce a spingersi Deodato, che si firma, come del resto tutto il cast, con uno pseudonimo anglofono, Roger Franklin, e non si rimane delusi visto che l'improbabile è dietro a ogni angolo. La storia innanzitutto è un pasticcio sospeso tra demenza e genialità, si fatica a credere a quello che succede, eppure viene infilato come nei peggiori (o migliori) film anni 50 un sommergibile atomico che scatena la risalita della perduta isola di Atlantide, riprodotta con una miniatura ridicola in plexiglass larga al massimo un metro a vista d'occhio e la venuta di strani uomini che scopriamo essere agghindati come i punk selvaggi e motorizzati della serie "Mad Max". I personaggi sono tutti sconclusionati e improbabili, a parte forse la buddy-coppia di Christopher Connelly (Mike), e Tony King (Washington), che non fanno una piega e all'inizio si prodigano in una prolungata (almeno 10 minuti) e sconcertante gag sul nome di Washington che insiste nel farsi chiamare Mohamed (!).