Aggiornato il Giugno 18, 2012 da Il Guru dei Film
Vampiri on the road per l’esordio alla regia di Kathryn Bigelow.
Il giovane Caleb abborda la bella Mae, non ha mai visto dalle sue parti una tipa cosi attraente, dietro al bel viso della ragazza si nasconde un terribile segreto: è una vampira in cerca della sua preda. Mae vaga insieme a un gruppo di vampiri lungo le strade dell’America, però Caleb le piace per davvero e lo morde senza ucciderlo, ora il ragazzo si può trasformare in vampiro, per farlo deve nutrirsi con il sangue di altre vittime, una condanna in cambio dell’amore eterno….
La rilettura post-moderna della figura del vampiro attraversa tutti gli anni 80, decadono i riferimenti gotici e i luoghi comuni (paletti infilzati nei cuori, pipistrelli, ecc.), per le anime dannate avide di sangue è tempo di confondersi nella frenetica vita delle grandi città, tra i primi decisivi tentativi si ricorda quello di “Miriam si Sveglia a Mezzanotte” (1983), film influenzato dalla new wave (musicale) e da certo cinema dark fantastico del periodo (il regista Tony Scott subisce il fascino di “Alien” e “Blade Runner”, diretti dal fratello più famoso Ridley). “Il Buio Si Avvicina” si inserisce pochi anni dopo e svetta come il più riuscito esponente del (mini)filone che comprende anche il sottovalutato “Nomads” (1986), con il quale spartisce la componente dei vampiri-punks girovaghi, e il mainstream “Lost Boys”, interessante opera uscita lo stesso anno che però soccombe nel confronto artistico con l’esordio di Kathryn Bigelow.
Difficile trovare punti deboli in un’opera che ha guadagnato negli anni rispetto e ammirazione, l’accoglienza fredda del film alla sua uscita non lasciava presagire niente di buono, ancora oggi il fascino de “Il Buio Si Avvicina” è intatto, un fatto che denota intuizioni stilistiche e costruzione dei personaggi ispirate e in seguito spesso imitate (invano). Kathryn Bigelow si scrolla da subito, in questo primo film, il non facile peso di essere la compagna di James Cameron, situazione questa che agevola la composizione di buona parte del cast, mutuato dal fresco capolavoro “Aliens Scontro Finale”: Lance Henryksen, Bill Paxton e Jennette Goldstein passano dagli alieni dello spazio profondo ai vampiri delle strade desolate del mid-west. La Bigelow è una rivelazione, una regista donna specializzata in cinema di genere che non ha precedenti per talento e forza visiva, doti confermate e ampliate nei successivi “Point Break”, “Strange Days”, solo per citare i titoli più famosi, sino alla consacrazione degli Oscar con “The Hurt Locker” (2008).
Kathryn Bigelow è brava, e anche fortunata, a circondarsi di collaboratori di alto livello, scrive la sceneggiatura con l’allora enfant prodige (poi perso per strada) Eric Red, quello di “The Hitcher”, specializzato in soggetti on the road visto che pochi anni dopo dirige “Le Strade della Paura”, insieme danno vita a una storia compatta, violenta ma aperta a un romanticismo struggente e tangibile, l’amore tra Caleb e Mae appare in tutta la sua dolcezza e disperazione, tutti gli incontri dei due ragazzi sono di grande intensità e l’alchimia tra gli attori perfetta amplifica la sensazione, ottimo Adrian Pasbar nel ruolo del cowboy di periferia Caleb, ancora meglio la bionda Jenny Wright nei panni della splendida Mae dai jeans sdruciti, un’interpretazione che rapisce il cuore, da tempo si sono perse le tracce dell’attrice: Mae, dove sei finita?
E’ tutto il cast a fare faville, a dominare è il carisma di un cadaverico Lance Henriksen, una prova indimenticabile la sua, il leader di un gruppo di vampiri dal look punk-metal che vaga a bordo di un camper lungo gli stati più defilati dell’America, a fargli da spalla un altrettanto strepitoso Bill Paxton, a dir poco a suo agio nel ruolo di uno scatenato vampiro metallaro sempre con la battuta pronta. Jennette Goldstein è una donna vampiro all’apparenza tranquilla salvo dare dimostrazione di rara ferocia nella sequenza del bar dei camionisti, una spettacolare festa di sangue al ritmo di “Fever” dei Cramps, con grande protagonista il Severen di Paxton a infierire sulle vittime malcapitate a colpi di sperone (!), altro dettaglio d’antologia. Completa la famiglia vampira il piccolo, si fa per dire visto che é una creatura ultracentenaria, l’Homer di Joshua John Miller, un pestifero bambino dall’omicidio facile.
“Il Buio Si Avvicina”, una volta tanto il titolo italiano è fantastico, sembra un western a tinte horror, con grandi inseguimenti, sparatorie e sequenze d’assedio, affiorano anche possibili rimandi al mirabile “Distretto 13 le Brigate della Morte” di Carpenter quando i fori di proiettile sparati dalla polizia, nella scena della stanza del motel in cui sono asserragliati i vampiri, aprono i letali fasci di luce solare. I vampiri della pellicola temono la luce, provoca il loro decadimento fisico repentino, anche per questo gran parte dell’ambientazione é notturna, mentre di giorno si alterna la ricerca del padre di Caleb, accompagnato dalla sorellina Sarah, disperato per il destino del figlio. Sin dai primi minuti irrompe la colonna sonora dei Tangerine Dream, un’ulteriore tassello che rafforza l’atmosfera fotografata con esiti eccellenti da Adam Greenberg (Terminator, Terminator 2). Raramente la notte è stata così bella. Un film superiore.
Tit. Originale:”Near Dark”
Paese: USA
Rating: 9/10