Il risveglio delle tenebre – a spasso nel tempo con la fantasy

Aggiornato il Novembre 23, 2007 da Il Guru dei Film

Il risveglio delle tenebre

Arriva il primo film tratto dal Ciclo delle Tenebre di Susan Cooper, una saga fantasy premiatisima e lettissima. Protagonista un ragazzino capace di viaggiare attraverso le epoche chiamato a sfidare l’Inviato delle Tenebre.


Nell’universo della Fantasy Il risveglio delle tenebre è un evento perchè è il primo film tratto dal Ciclo delle tenebre di Susan Cooper, una saga premiatissima. Grazie al Signore degli Anelli e Harry Potter questo genere di produzione è uno dei generi più amati dal grande pubbico, soprattutto, come nel caso dei libri della Cooper, se c’è di mezzo un protagonista bambino. Il cinema poi tende ad accentuare gli elementi più adulti di queste storie che, notoriamente, non sono indirizzate solo ai ragazzi o ai piccoli. Nel caso del Risveglio delle tenebre Will, il protagonista, invece di essere un ragazzino inglese di 11 anni, diventa un quattordicenne americano che si trasferisce con la famiglia in Inghilterra. Settimo figlio di un padre che ha sette fratelli (ah, la numerologia!), Will si sveglia il giorno del suo 14mo compleanno e scopre di avere dei sensi e dei poteri che, se non fossimo in un film, potrebbero essere gli effetti di un trip negativo. Dunque: Will entra in contatto con una stirpe di antichi guerrieri e presto scopre di essere il predestinato chiamato a sfidare il Regno delle Tenebre. La sua missione è recuperare sei segni, dei cerchi con incise delle croci, attraverso varie epoche storiche, prima che lo faccia il Cavaliere inviato dalle Tenebre. Questa corsa contro il tempo ma anche attraverso il tempo filerebbe via liscia se Will si attenesse scrupolosamente agli insegnamenti dei suoi anziani tutori. Ma lui a volte fa di testa sua e ne succedono di tutti i colori e poi, come se non bastasse, si prende una sbandata per una ragazzina che lo respinge. Diretto da David L. Cunningham, Il risveglio delle tenebre è un prodotto spettacolare che ha il suo limite più evidente nell’eccessivo spazio concesso all’introduzione della vicenda e dunque dell’azione. Forse perche’ si pensa già a un seguito.
Paolo Biamonte