Aggiornato il Marzo 17, 2014 da Il Guru dei Film
Il secondo capitolo della saga vampirica di Michio Yamamoto.
Anna ha un incubo che la perseguita sin da bambina intorno a una misteriosa figura dallo sguardo malevolo incontrata in una vecchia casa abbandonata. Divenuta ragazza e con la passione della pittura, si ritira in una casa isolata nei pressi di un lago per terminare un quadro, a farle compagnia la sorella e i brevi incontri con il fidanzato medico …
Nella zona cominciano a verificarsi strani accadimenti quando una misteriosa cassa viene recapitata al guardiano delle barche, Anna infatti teme di avere visto negli occhi di uno sconosciuto lo sguardo che la insegue da sempre.
Attenzione al prologo di “Il Sangue di Dracula” dato che oltre a essere molto bello è il leitmotiv ricorrente della pellicola, compare una grande atmosfera macabra e colorata, una via di mezzo tra una puntata di “Bem Il Mostro” e un film di Mario Bava: la piccola Anna insegue il cagnolino Leo sin dentro una boscaglia che si dirada verso un’antica abitazione molto simile a un piccolo castello, qui scorge brevemente un vecchio inquietante, all’interno una donna di spalle suona un piano mentre dalle scale giunge un volto sinistro dallo sguardo penetrante che la stordisce sino a farle perdere i sensi. La fotografia è sovraccarica di colori densi e irreali, il tramonto visto dagli scogli, le scenografie sono artificiose ma ricercate e stranianti per essere un film di vampiri giapponese. Yamamoto guarda ai film della Hammer per un ibrido suggestivo, gli interni gotici dell’abitazione sembrano quelli della mansion del primo videogioco della serie Resident Evil uscito 25 anni dopo.
La vicenda si sposta circa 18 anni in avanti, quando Anna è ormai una giovane donna che ricorda l’episodio solo come un brutto incubo, mai del tutto rimosso visto che anche il soggetto del dipinto, un occhio giallo infuocato, che sta terminando ne subisce le influenze. La location lacustre riporta alla mente di nuovo Mario Bava e il suo “Reazione a Catena” uscito lo stesso anno, difficile capire se il rimando è voluto o involontario (ancora più difficile e improbabile ritenere Bava il regista che, al contrario, ha tratto ispirazione dal collega giapponese) ma l’ambientazione della casa isolata nei pressi di un lago frequentato da gente strana è molto simile e curiosa. “Il sangue di Dracula” è un vampire-movie che inserisce in un contesto moderno, il Giappone dei primi anni 70, la figura classica del vampiro, in questo caso un uomo colpito da una maledizione divenuto immortale, tornato per cercare la giovane Anna ma ancora avido di sangue umano e vittime da trasformare in servi.
L’attore Shin Kishida interpreta con efficacia il vampiro, colpisce dal punto di vista visivo, in una scena appare vestito di nero e con una sciarpa bianca, i canini pronunciati e le lenti a contatto di colore giallo fanno risaltare la follia dello sguardo e lo rendono minaccioso ad ogni apparizione. La protagonista femminile Midori Fujita (Anna) è la classica ragazza carina e in pericolo, la vicinanza della sorella Nadia invece di portare sollievo accresce l’ansia e l’ambiguità, tra le due ragazze emerge un passato di incomprensioni e gelosie che funge da vero sotto-testo della trama. Le controversie famigliari sono centrali anche nell’origine della maledizione che incombe sin dall’inizio, un male che viene dal passato e propaga i suoi funesti influssi in sequenze che oggi possono apparire risapute ma sempre ben congegnate e divertenti. L’aspetto meno credibile della sceneggiatura è la totale assenza delle forze dell’ordine, i protagonisti decidono che devono agire da soli, in particolare il fidanzato della protagonista prende in mano la situazione sempre più popolata di cadaveri con morsi sul collo.
Michio Yamamoto si è fatto la prima parte di carriera, nella veste di aiuto-regista, al fianco di mostri sacri come Akira Kurosawa e Kihaci Okamoto, ha trovato la sua strada e una certa notorietà come regista horror all’inizio degli anni 70, grazie alla trilogia della Toho incentrata sui vampiri partita con “Legacy of Dracula: the bloodthirsty doll”(1970). “Il Sangue di Dracula” è forse il capitolo più conosciuto e apprezzato, il terzo film è “Evil of Dracula” del 1974, i tre film non sono collegati tra loro. Il finale de “Il Sangue di Dracula” riprende di peso quello di “Dracula Il Vampiro” (1958) con una bella scena di decomposizione del corpo. Il titolo internazionale del film è “Lake of Dracula”, per gli amanti dei vampire-movie è una chicca da non perdere.
Titolo Originale: “Lake of Dracula”
Paese: Giappone
Rating: 7/10